"Con il rap non  punto a denunciare i mali della società", dice Alessandro Travaglio
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"Con il rap non  punto a denunciare i mali della società", dice Alessandro Travaglio
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Chissà se ce la farà a superare gli altri sei rapper che concorrono alla sigla del promo della trasmissione di Raidue e, soprattutto, i veti politici. Tanto rumore intanto ha fatto uscire allo scoperto, prima della conferenza stampa del 12 febbraio, Alessandro Sortino. Il conduttore di Popolo Sovrano non vede nessuno scandalo nell’affidamento del promo a Travaglio: "Ammesso che il fatto che gli sia affidato sia vero, lui non è Marco Travaglio ma solo il figlio, e fa un lavoro completamente diverso. E magari il suo brano è pure bello. È surreale che si sia arrivati a discutere di un promo prima ancora di vederlo".

Sortino ha quindi fatto sapere che alla sigla del programma ("anche se parlare di sigla è obsoleto, non siamo un film, e neanche un varietà in stile Fantastico. I programmi come il nostro hanno al massimo un jingle") ci sta lavorando lui in chiave rock anni Settanta o Ottanta e ha quindi svelato la linea editoriale del programma: si ispirerà all’articolo 1 della Costituzione, al passaggio che recita: "La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione". Sortino e i suoi cercheranno di capire "se la sovranità oggi è davvero del popolo. Noi di Popolo Sovrano ci metteremo questi occhiali per guardare la realtà".

Sarà quindi un programma sovranista, con annesse critiche imminenti che si aggiungeranno a quelle per Travaglio-Trava-Travis? "Cos’è esattamente il sovranismo oggi non saprei dirlo", spiega il conduttore. "Io non sono un politico ma un giornalista. Abiterò le fratture della società, nel senso che mi ci metterò dentro per raccontarle. Racconteremo la realtà attraverso le storie". Di una cosa Sortino è certo: "Sarà un programma fighissimo".

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