S arà ricordata per sempre come la paziente e generosa Melania Hamilton, coprotagonista femminile di "Via col vento" in totale contrasto con la vulcanica Rossella O'Hara. Ma nella vita reale era una donna volitiva e tenace, capace di tenere testa ai maggiori produttori hollywoodiani.
Olivia de Havilland è scomparsa oggi a 104 anni nella sua casa di Parigi dove viveva da oltre sessant'anni. "Via col vento", pietra miliare nella sua carriera, le era valso la nomination come migliore attrice non protagonista nel 1939. Quella volta non ce la fece ma fu un appuntamento rimandato: la statuetta come miglior attrice arriverà nel 1946 per "A ciascuno il suo" e nel 1949 per "L'ereditiera".
De Havilland è stata una grande professionista, e uno dei volti più presenti sul grande schermo tra gli anni Trenta e Quaranta. L'anno prima di "Via col Vento" aveva interpretato Lady Marian in "Le avventure di Robin Hood" al fianco di Errol Flynn. Era la protagonista indiscussa della Warner Studios, finché lei stessa non gli fece causa nel 1943 per rivendicare la propria libertà di scegliere le parti da interpretare alla scadenza del contratto. La sua vittoria ha rappresentato un cambio epocale a Hollywood: con quella che ancora oggi è ricordata "la decisione de Havilland" ogni artista può svincolarsi alla data di scadenza del proprio contratto con un produttore, senza pericolo di essere trattenuto da cavilli burocratici.
De Havilland era nata a Tokyo il primo luglio 1916: il padre era avvocato, la madre un'attrice di medio profilo. Olivia aveva una sorella più giovane di 15 mesi, l'attrice Joan Fontaine scomparsa nel dicembre 2013 a 96 anni. Tra le due donne non c'erano buoni rapporti, e la rivalità artistica aveva accentuato le divergenze personali: una saga che i tabloid scandalistici di Hollywood hanno seguito per anni.
Dalla metà degli anni Cinquanta, de Havilland si era trasferita a Parigi con il marito, il giornalista Pierre Galante, allontanandosi in maniera definitiva da Hollywood e dallo star system ma non dal mondo del cinema: nel 1965 era stata la prima donna a presiedere la giuria del Festival di Cannes. "Quello che mi attirava di Melania - ha raccontato nel documentario "Melania ricorda: le riflessioni di Olivia de Havilland" diretto da John Rust nel 2004 - era l'insieme dei suoi valori, che sono anche i miei. Interpretarla ha significato renderli eterni".