I l nome di Pietro Coccia a molti non dirà niente. Ciò che noi vediamo della macchina del cinema è la parte infinitamente più piccola eppure più sbrilluccicante, più sbrilluccicante proprio perché ripresa, immortalata, resa eterna, da professionisti come Pietro Coccia. Un fotografo, anche se ridurlo a quello risulta essere ben poco per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzarne anche, soprattutto, il lato estremamente umano e garbato.
È stato trovato morto ieri sera nella sua casa, aveva 56 anni, troppo presto, è normale pensarlo, specie quando parliamo di un lavoratore instancabile che ha girato il mondo scattando foto ai più importanti divi della storia del cinema, finchè non è entrato lui stesso a farne parte di quella storia, in maniera talmente indelebile, da lasciare un vuoto enorme ora che non c’è più. Non è un caso dunque che, quando la notizia si è sparsa, tutto il cinema italiano ha subito il colpo inaspettato e ci ha tenuto a manifestare il proprio dolore pubblicamente.
“Lui c’è sempre stato, - scrive Pierfrancesco Favino - dai miei primi film fino alla scorsa settimana. Quella voce è ormai di famiglia e sentendola mi calmo, quella voce mi dice che comunque andrà il film ci sono cose più importanti come l’amicizia, la gentilezza, la generosità. Quella voce adesso dovrò ricordarla perché Pietro, come sempre con garbo, se n’è andato. Mi mancherai”. Un altro commosso ricordo è quello di Alessandro Borghi: “Ogni volta, dopo un photocall, mi giravi tutti le foto via mail. Tutte. Mi hai regalato i ricordi di alcuni dei momenti più felici della mia vita. Era sempre bello vederti Pietro. Eri gentile, un'anima buona. Mi mancherai molto li in mezzo. Grazie”. Tra gli altri messaggi anche quello di Maria Grazia Cucinotta: “Mi mancherai amico mio. Pietro Coccia era il fotografo gentile del cinema italiano una bella persona un’anima bella” e di Elena Sofia Ricci:
“Ad immortalarci dietro le macchine da presa o fotografiche ci sono persone non visibili al pubblico, ma senza di loro noi non esisteremmo. Pietro era uno di loro. Un grande fotografo, ma soprattutto un amico caro, affettuoso. Non riesco a crederci! Ciao Pietro”. Su Twitter Carolina Crescentini ha condiviso una foto raffigurante una macchina fotografica sul red carpet, con la didascalia “Ciao Pietro”. Anche il regista Ferzan Ozpetek ha reso pubblico il suo ultimo saluto al fotografo: “Ciao Pietro... Sit tibi terra levis. CI mancherai”.
“Era buono, gentile, elegante e bravo” scrive Francesca Archibugi, “Il cinema gli deve tanto. Io, tantissimo” le fa eco Piera Detassis. A loro si uniscono tutte le più importanti case di produzione, di distribuzione, i tecnici del cinema, i festival, i giornalisti, i colleghi. Tutto il sistema insomma. Tutti consapevoli che da oggi il cinema italiano sbrilluccicherà un po' meno.