AGI - Registrare e analizzare il linguaggio dei capodogli con strumenti pensati fin dall'origine per l'intelligenza artificiale. È l'obiettivo di un nuovo dispositivo sviluppato da ingegneri della Harvard John A. Paulson School of Engineering and Applied Sciences nell'ambito di Project CETI (Cetacean Translation Initiative), un progetto internazionale che punta a comprendere la comunicazione di questi cetacei.
Il lavoro, pubblicato su PLOS One, descrive un bio-logger non invasivo che aderisce alla pelle dei capodogli tramite ventose e registra audio ad alta fedeltà insieme a dati comportamentali e ambientali. Il dispositivo raccoglie grandi quantità di dati sui "codas", sequenze ritmiche di clic con cui i capodogli comunicano, integrandoli con informazioni su profondità, movimento, orientamento, temperatura e posizione. I dati sono strutturati per essere analizzati con tecniche di machine learning, in grado di individuare schemi e regolarità non immediatamente percepibili dall'orecchio umano. "Non esisteva nulla che rispondesse alle nostre esigenze di qualità e posizionamento dei microfoni, così abbiamo deciso di costruirlo", spiega Daniel Vogt, primo autore dello studio e ingegnere di Harvard SEAS. Il bio-logger, già testato al largo dell'isola di Dominica, è completamente open source: hardware, software e specifiche sono liberamente accessibili per favorire l'adozione da parte di altri gruppi di ricerca e l'estensione ad altre specie. Secondo i ricercatori, questa scelta può accelerare lo studio della bioacustica e della comunicazione animale, aprendo nuove possibilità per l'analisi comparata del linguaggio non umano.