AGI - Rilevata correlazione tra il consumo di alimenti ultraprocessati, Upf, e morti premature prevenibili in otto paesi, quali Australia, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Messico, Regno Unito e Stati Uniti. A farlo uno studio globale condotto da Eduardo Augusto Fernandes Nilson, della Fondazione Oswaldo Cruz, Fiocruz, in Brasile, riportato sull'American Journal of Preventive Medicine.
L'analisi ha utilizzato dati nazionali rappresentativi sulle abitudini alimentari e sulla mortalità, mostrando che la quota di Upf nell'apporto energetico totale è associata a un aumento significativo delle morti premature. In particolare, ogni incremento del 10% nel consumo di Upf aumenta del 3% il rischio di mortalità per tutte le cause. La percentuale di decessi prematuri attribuibili agli Upf varia dal 4% in Paesi con basso consumo, come la Colombia, fino a quasi il 14% in Paesi con consumi elevati come Stati Uniti e Regno Unito. Nel 2018, negli Stati Uniti, 124mila decessi prematuri sono stati associati al consumo di Upf.
Alimenti ultraprocessati e salute pubblica
Gli alimenti ultraprocessati sono prodotti industriali pronti da consumare o riscaldare, realizzati con ingredienti estratti o sintetizzati, spesso arricchiti con additivi come coloranti, aromi, dolcificanti artificiali ed emulsionanti. Questi prodotti stanno progressivamente sostituendo alimenti freschi e minimamente trasformati, con conseguenze negative per la salute pubblica.
Lo studio sottolinea che il consumo elevato di Upf è collegato a 32 diverse patologie, tra cui malattie cardiovascolari, obesità, diabete, alcuni tipi di cancro e depressione. Inoltre, mentre nei Paesi ad alto reddito il consumo di Upf è stabile ma elevato, nei Paesi a basso e medio reddito è in rapido aumento, suggerendo un peggioramento futuro del carico di malattia globale.
Richiesta di politiche pubbliche
Gli autori richiedono l'adozione urgente di politiche pubbliche e linee guida dietetiche riviste per disincentivare il consumo di Upf e promuovere modelli alimentari basati su cibi freschi e locali. I risultati rafforzano la necessità di interventi normativi e fiscali a livello globale per ridurre l'impatto degli alimenti ultraprocessati sulla salute e prevenire un numero significativo di morti premature evitabili.