AGI - Gli esseri umani stanno correndo rischi colossali per il futuro della civiltà e di tutto ciò che vive sulla Terra, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Nature”. Sviluppato da una commissione scientifica internazionale che coinvolge più di 40 ricercatori da tutto il mondo, lo studio fornisce la prima quantificazione dei “confini del sistema Terra” a livello globale e locale per diversi processi e sistemi biofisici che regolano lo stato del pianeta. Per la prima volta, le condizioni per una vita sicura e giusta per l’umanità sulla Terra vengono valutate e quantificate con le stesse variabili di controllo che permettono di valutare lo stato del supporto alla vita sulla Terra.
“Siamo nell’Antropocene, e stiamo mettendo a rischio la stabilità e la resilienza dell’intero pianeta. Ecco perché, per la prima volta, presentiamo numeri quantificabili e una solida base scientifica per valutare lo stato della nostra salute planetaria non solo in termini di stabilità e resilienza del Sistema Terra, ma anche in termini di benessere umano ed equità/giustizia”. ha affermato il prof. Johan Rockström, co-presidente della Commissione per la Terra (Earth Commission), autore principale dello studio e direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research. Per giustizia nello studio si intende l’evitare danni significativi agli individui. Il nuovo studio si basa su prove scientifiche autorevoli che definiscono le condizioni biofisiche per mantenere un pianeta stabile per sostenere la vita sulla Terra (“sicuro”), oltre a valutare in che modo si possono evitare appunti danni significativi agli esseri umani e ad altre specie.
I precedenti tentativi scientifici di definire i confini ambientali, come il Planetary Boundary framework, hanno esaminato le condizioni globali necessarie per mantenere un pianeta stabile e salvaguardare la vita sulla Terra. “La nuova ricerca segna i confini che assicurino sicurezza e giustizia nel sistema terrestre per cinque domini critici che svolgono un ruolo chiave nel supporto vitale e nella stabilità della Terra.
Esplora ciò che è necessario per ridurre al minimo i danni significativi agli esseri umani a seguito dei cambiamenti nel sistema terrestre e stabilisce i limiti su scale rilevanti per la valutazione e la gestione delle condizioni dei sistemi biofisici come la biosfera e l’acqua dolce. ” ha spiegato Steven Lade, autore principale dello studio e ricercatore, Segretariato della Earth Commission presso Future Earth, Australian National University e Stockholm Resilience Centre. Nello studio i limiti vengono quantificati anche in ragione dell’espansione umana, alla quale dovrebbe essere tolto molto spazio secondo gli autori, per evitar ei danni che sta provocando e conseguenze negative per gli stessi esseri umani.
Ad esempio, le attività umane stanno alterando i flussi idrici, quantità eccessive di nutrienti vengono rilasciate nei corsi d’acqua dall’uso di fertilizzanti e rimangono aree naturali limitate.
Ciò pone minacce esistenziali per un pianeta stabile, per gli ecosistemi e il loro contributo vitale alle persone. Il mondo ha già superato il confine climatico giusto e sicuro, che è fissato a 1 grado Celsius di riscaldamento al di sopra dei livelli di temperatura preindustriali, e decine di milioni di persone sono già danneggiate dall’attuale livello di cambiamento climatico.
“I risultati dei nostri controlli sono piuttosto preoccupanti: all’interno dei cinque domini analizzati, diversi confini, su scala globale e locale, sono già stati trasgrediti. Ciò significa che, a meno che non si verifichi una trasformazione tempestiva, è molto probabile che punti critici irreversibili e impatti diffusi sul benessere umano saranno inevitabili. Evitare questo scenario è fondamentale se vogliamo garantire un futuro sicuro e giusto per le generazioni attuali e future”, ha continuato Rockström.
“Il sistema Terra è in pericolo, poiché molti elementi stanno per attraversare i loro punti di non ritorno. Finora, nella letteratura scientifica sono stati identificati diciassette elementi al punto di non ritorno, di cui nove sono correlati alla criosfera. “, ha spiegato il Prof. Dahe Qin, Co-Presidente della Commissione Terra e Direttore del Comitato Accademico, Accademia Cinese delle Scienze. I confini dei sistemi terrestri individuati dallo studio sosterranno la definizione di nuovi obiettivi scientifici per imprese, città e governi per affrontare le crisi in atto e all’orizzonte, sperando gli autori.
Crisi come l’aumento dell’esposizione umana all’emergenza climatica, il declino della biodiversità, la scarsità d’acqua, o danni agli ecosistemi dovuti all’uso eccessivo di fertilizzanti in alcune parti del mondo e o danni alla salute causati dall’inquinamento atmosferico. In un momento di crescente controllo e aspettative, la resilienza e il successo di aziende, città e governi dipenderanno dalla loro capacità di misurare e migliorare con precisione il loro impatto sulle persone e sul pianeta e di individuare opportunità entro i limiti del pianeta, aggiungono gli autori.
“Una trasformazione sicura e giusta verso un pianeta gestibile richiede un’azione collettiva urgente da parte di più attori, in particolare da parte dei governi e delle imprese, per agire all’interno dei confini del sistema terrestre per mantenere intatto il nostro sistema di supporto vitale del pianeta. La gestione dei beni comuni globali non è mai stata così urgente o importante”, ha continuato Wendy Broadgate, direttore esecutivo della Commissione per la Terra e direttore del Global Hub (Svezia), Future Earth. (AGI) Gianmarco Pondrano Altavilla