Un giorno finiremo per vivere su Marte o su Cerere?
ADV
ADV
Un giorno finiremo per vivere su Marte o su Cerere?

Un giorno finiremo per vivere su Marte o su Cerere?

Pianeta Cerere
Wikipedia Commons - Pianeta Cerere
di lettura
AGI - Gli esseri umani potrebbero un giorno abitare in un habitat attorno al pianeta nano Cerere, che si trova nella fascia degli asteroidi tra Marte e Giove, perché la presenza di acqua e azoto potrebbero renderlo un obiettivo più adatto rispetto al Pianeta rosso. A rivelarlo uno studio non ancora sottoposto a revisione, pubblicato sulla rivista ad accesso libero airXiv, condotto dagli esperti dell’Istituto meteorologico finlandese, che hanno sviluppato un piano per costruire un megasatellite in grado di ospitare la vita in orbita attorno al pianeta nano.
“L’habitat avrebbe una forma discoidale – spiega Pekka Janhunen dell’Istituto meteorologico finlandese – e ospiterebbe migliaia di strutture cilindriche, ciascuna delle quali ospiterebbe più di 50 mila persone”. Il team sostiene che Cerere presenta una serie di vantaggi per via della presenza di acqua e azoto, necessari per la sintetizzazione di aria, e della vicinanza con il Sole, che consentirebbe la coltivazione di raccolti.
“Elon Musk ha parlato a lungo dei piani per costruire una colonia su Marte – afferma Janhunen – dall’invio di astronavi fino alla costruzione di una costellazione di satelliti Starlink per assicurare la connessione Internet e un piano abitativo con cupole di vetro. Ma il Pianeta rosso nasconde una serie di pericoli, mentre un satellite orbitante attorno a Cerere potrebbe essere più sicuro”.
L’esperto aggiunge che gli insediamenti orbitanti possono fornire gravità artificiale e ospitare milioni di persone senza esporre le persone agli ambienti difficili di mondi lontani. “Cerere rappresenterebbe il corpo di origine da cui verrebbero estratti i materiali di costruzione – osserva l’autore – orbitare attorno al pianeta nano consentirebbe la vicinanza con la fonte principale di materie prime, il che assicurerebbe la velocità di spostamento dei materiali”.
Il ricercatore ipotizza la costruzione di un ascensore spaziale lungo circa 1.024 chilometri per collegare le due realtà e trasportare velocemente i materiali al megasatellite. “Cerere è ricco di acqua – continua lo studioso – sarebbe possibile anche produrre propellente e usare i razzi per sollevare i materiali, ma l’ascensore richiederebbe meno energia. Per quanto riguarda i nuclei abitativi, si potrebbe pensare a cilindri in grado di ospitare decine di migliaia di persone”.
Lo scienziato ipotizza che i cilindri potrebbero essere tenuti al megasatellite da potenti magneti, potenzialmente privi di limitazione nel numero, nell’ottica di una stazione orbitante brulicante di vita. “Una coppia di specchi su ciascun lato dei cilindri potrebbe facilitare la coltivazione di raccolti – conclude Janhuen – ci sarebbero tanti ostacoli nel vivere su una nave spaziale in orbita, ovviamente, ma i mezzi per espandere la presenza dell’umanità nel Sistema solare sono effettivamente alla nostra portata”.
ADV
ADV