La nuova terapia contro le forme aggressive di cancro al seno

La nuova terapia contro le forme aggressive di cancro al seno

A metterla a punto è stato un gruppo di ricercatori del laboratorio di emato-oncologia dell'Istituto Europeo di Oncologia. Risultati della ricerca pubblicati su Cancer Research

cancro seno nuova terapia ieo 

© LAURENT / MURIEL / BSIP / BSIP VIA AFP - Cancro al seno

AGI - Una nuova terapia potrebbe fermare la progressione di una delle forme più aggressive di tumore del seno, grazie alla "riorchestrazione" del sistema immunitario. A metterla a punto è stato un gruppo di ricercatori del laboratorio di emato-oncologia dell'Istituto Europeo di Oncologia, coordinato da Francesco Bertolini, Paolo Falvo e Stefania Orecchioni.

I risultati della ricerca, sostenuta anche da Fondazione Airc, sono stati pubblicati sulla rivista Cancer Research. I ricercatori hanno dimostrato, in modelli sperimentali di tumore del seno triplo negativo, che la somministrazione sequenziale a dosaggi adattati di due chemioterapici, ciclofosfamide e vinorelbina, attiva le cellule immunitarie (APC e linfociti T) e ottimizza l'efficacia degli anticorpi anti-PD-1, quelli responsabili dello sblocco dei "freni" del sistema immunitario.

"La terapia con anticorpi monoclonali anti-PD-1 ha rivoluzionato nell'ultimo quinquennio la terapia di alcuni tipi di tumore, come il melanoma e il carcinoma del polmone, anche se si è rivelata efficace in un numero limitato di pazienti", spiega Bertolini.

cancro seno nuova terapia ieo 
© LAURENT / MURIEL / BSIP / BSIP VIA AFP
Cancro al seno

"Questi anticorpi 'risvegliano' le cellule del sistema immunitario che le cellule neoplastiche avevano 'addormentato', rendendole capaci di controllare la crescita neoplastica. In alcuni pazienti e in alcuni tipi di tumore - continua - questo meccanismo non risulta però efficace perché il sistema immunitario non è in grado di 'riorchestrarsi' e di attaccare le cellule tumorali. La vinorelbina a basso dosaggio attiva le 'antigen presenting cells' (cellule che presentano l'antigene) o APC: si tratta di cellule specializzate nel raccogliere pezzi di proteine di agenti infettivi o anomale, come quelle tumorali, e presentarli alle altre consorelle dell'orchestra immunitaria, sollecitando l'attacco contro la neoplasia. La ciclofosfamide a dosaggio settimanale è a quel punto in grado di far esprimere alle cellule T del sistema immunitario il fattore di trascrizione tcf1, che le 'risintonizza', rendendole capaci di attaccare vigorosamente le cellule neoplastiche, grazie alle istruzioni date dalle APC e al segnale di 'risveglio' dettato dagli anticorpi anti-PD-1".

Nei due modelli sperimentali di cancro mammario triplo negativo, la terapia intermittente con i due farmaci è stata in grado di controllare la crescita del tumore sia a livello locale che metastatico. "Il punto di forza della nostra ricerca è che si può passare subito alle sperimentazioni cliniche", dice Bertolini. "I farmaci utilizzati nello studio sono infatti noti e disponibili. Si tratta quindi di valutare il dosaggio piu' efficace nelle pazienti", conclude.