È stata creata una cornea umana con un inchiostro stampato in 3D
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È stata creata una cornea umana con un inchiostro stampato in 3D

È stata creata una cornea umana con un inchiostro stampato in 3D

paolo fiore
È stata creata una cornea umana con un inchiostro stampato in 3D
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Una cornea umana su misura. Senza donatore, perché a produrla è una stampata 3D. L'ha realizzata un gruppo di ricercatori della Newcastle University. Il “bio-inchiostro” della stampante è una miscela di alginato, collagene e cellule staminali proveniente dalla cornea di un donatore sano. Caricata con questa “bio-cartuccia”, la stampante inizia a produrre la cornea in cerchi concentrici. Fino al risultato finale, disponibile in appena dieci minuti.

Come funziona il bio-inchiostro

I ricercatori britannici hanno poi dimostrato come le staminali riescano a crescere, ricoprendo l'intera struttura e consentendo agli studiosi di “coltivare” le cellule dopo la stampa, direttamente sulla cornea artificiale e non separatamente. Se ne ottiene così una misura, che per forma e dimensioni si adatta perfettamente all'occhio del paziente, precedentemente “catturato” con una scansione dell'occhio. Il bio-inchiostro mantiene quindi le staminali in vita. È un gel, ma è abbastanza rigido da mantenere la forma desiderata.

L'applicazione sull'uomo

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, i problemi alla cornea sono la quarta causa globale di cecità. I dati pubblicati dalla Newcastle University affermano che ci sono 10 milioni di pazienti che subiscono un intervento alla cornea per evitare la cecità. E ce ne sono altri 5 milioni che hanno perso la vista a causa di graffi, bruciature o lacerazioni. Una “domanda” cui spesso, ha sottolineato Che Connon (uno degli autori dello studio), è difficile rispondere. Mancano i donatori. Adesso la stampa in 3D, se perfezionata, potrebbe risolvere il problema, offrendo quella che i rcercatori hanno definito “una fornitura illimitata di cornee”. Serviranno ancora “alcuni anni” prima di passare ai trapianti sull'uomo. Ma intanto l'equipe britannica ha dimostrato che un bio-inchiostro per la stampa 3D è un'idea “fattibile”.

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