AGI) - Roma, 30 lug. - Il Sud corre il rischio di nonagganciare la ripresa e di vedersi condannato a un"sottosviluppo permanente". L'ennesimo allarme sul futuro delMezzogiorno d'Italia arriva dal Rapporto Svimez 2015, chefotografa un Paese "diviso e diseguale, dove il Sud scivolasempre piu' nell'arretramento". Un Paese dove "dal 2000 al 2013il Meridione e' cresciuto la meta' della Grecia". I dati che ilrapporto mette nero su bianco sono preoccupanti: nel 2014, peril settimo anno consecutivo, il Pil del Mezzogiorno e' negativo(-1,3%), il divario del Pil pro capite tra Centro-Nord e Sud e'tornato ai livelli di 15 anni fa, il 62% dei meridionaliguadagna meno di 12 mila euro annui (contro il 28,5% delCentro-Nord) e "una persona su tre" e' a rischio poverta', afronte di un rapporto di "una su dieci al Nord". Numeri allarmanti anche sul fronte dell'occupazione. "Nel2014 i posti di lavoro in Italia sono cresciuti di 88.400unita', tutti concentrati nel Centro-Nord (133 mila). Il Sud,invece, ne ha persi 45 mila. Il numero degli occupati nelMezzogiorno torna cosi' a 5,8 milioni; il livello piu' bassoalmeno dal 1977". Per quanto riguarda l'occupazione femminile,secondo lo studio "al Sud lavora solo una giovane su cinque".Il capitolo 'giovani e lavoro' mostra una "frattura" senzaparagoni in Europa: continua, infatti, "l'andamentocontrapposto dell'occupazione tra i giovani e i meno giovani". Non vanno meglio le cose sul fronte della domanda di beni eservizi. "I consumi delle famiglie meridionali sono ancorascesi, arrivando a ridursi nel 2014 dello 0,4%, a fronte di unaumento del +0,6% nelle regioni del Centro-Nord. In generalenel 2014 i consumi pro capite delle famiglie del Mezzogiornosono stati pari al 67% di quelli del Centro-Nord". Continua lacaduta degli investimenti. "Anche nel 2014 gli investimentifissi lordi hanno segnato una caduta maggiore al Sud rispettoal Centro-Nord: -4% rispetto a -3,1%. Dal 2008 al 2014 sonocrollati del 38% nel Mezzogiorno e del 27% nel Centro-Nord". Parlando della crisi economica, il centro studi osserva chetra il 2008 e il 2014 "la riduzione del valore aggiunto e'stata piu' intensa al Sud in tutti i settori produttivi. Peggiodi tutti l'industria: qui il valore aggiunto e' crollato al Sudcumulativamente del -35%, a fronte del -17,2% nel resto delPaese". In questo scenario lo Svimez avverte che "Il Sud e'ormai a forte rischio di desertificazione industriale, con laconseguenza che l'assenza di risorse umane, imprenditoriali efinanziarie potrebbe impedire all'area meridionale diagganciare la possibile ripresa e trasformare la crisi ciclicain un sottosviluppo permanente". Non stupisce che nel 2014 nelMeridione si siano registrate solo 174 mila nascite, un livelloche ci riporta al minimo storico registrato oltre 150 anni fa". .