(AGI) - Nairobi, 7 dic. - I sopravvissuti al massacro, nell'aprile 2015, all'universita' di Garissa, nel nord-est del Kenya, hanno raccontato gli orrori che sono costati la vita a 148 persone, durante il processo contro cinque uomini accusati di essere legati all'azione terroristica. Gli islamisti somali Shebab hanno rivendicato il massacro, uno dei piu' sanguinosi avvenuti in Kenya dopo l'attentato all'ambasciata americana a Nairobi del 1998 da parte di Al Qaida - a cui gli Shebab somali sono affiliati - che ha provocato 213 morti.
Quattro assalitori sono stati uccisi durante l'intervento delle forze di sicurezza all'universita' di Garissa, ma cinque altri uomini, sospettati di essere legati all'attacco, anche se non e' ancora stato chiarito il loro ruolo, sono attualmente sotto processo davanti al tribunale di Nairobi. Sui sospettati, Mohamed Ali Abdikar, Hassan Aden Hassan, Sahal Diriye e Osman Abdi, la cui nazionalita' - kenyana o somala - e' incerta, e Rashid Charles, un tanzaniano, pesano 162 capi di imputazione dal terrorismo alla cospirazione con l'obiettivo di commettere attentati.
Un'udienza preliminare ha avuto luogo nel novembre scorso, ma i principali testimoni hanno cominciato ad essere sentiti questa settimana e i loro racconti sono stati raccolti dalla stampa locale.
Davanti alla corte, Rispa Nyeang ha raccontato che nel momento dell'attacco islamista si trovava in una riunione di preghiera insieme ad altri 30 studenti, quando ha "visto un uomo armato di fucile, con il viso coperto, fare irruzione nell'aula e lanciare un ordigno esplosivo. Ho sentito un'esplosione - ha raccontato - e poi l'uomo che e' entrato nell'aula ha cominciato a sparare". Durante l'attacco, hanno raccontato altri, gli aggressori hanno messo in fila gli studenti non musulmani per ucciderli, una vera e propria esecuzione. Una messa in scena che il presidente kenyano, Uhuru Kenyatta, all'epoca, ha definito "massacro medioevale e barbaro". Una studentessa, Evelyn Chepkemoi, rimasta ferita, ha raccontato che dopo l'irruzione nell'aula degli islamisti, si e' "finta morta, mentre tutti gli altri lo erano davvero, e sono rimasta cosi' per cinque ore, finche' sono arrivate le forze di sicurezza".
L'universita' di Garissa ha riaperto ufficialmente le porte il 4 gennaio, ma gli 800 studenti attualmente iscritti inizieranno le lezioni lunedi' prossimo.
Il Kenya e' diventato un bersaglio privilegiato dagli islamisti somali dall'ottobre 2011, da quando Nairobi ha fornito un contingente militare alla forza dell'Unione africana in Somalia (Amisom) che conta circa 22mila militari. Gli Shebab sono responsabili dell'attacco contro il centro commerciale Westgate a Nairobi nel 2013 (67 morti), e hanno massacrato centinaia di perone in raid compiuti nelle localita' della costa kenyana tra giugno e luglio 2014. (AGI)
Fea