(AGI) - Firenze, 31 mar. - L'infermiera accusata di aver procurato la morte di 13 pazienti dell'ospedale di Piombino e arrestata dai carabinieri del Nas con l'accusa di omicidio continuato aggravato a danno di pazienti, avrebbe somministrato come iniezione letale, non per fini terapeutici, un farmaco anticoagulante, nello specifico eparina, tanto da determinare, - secondo gli investigatori - soprattutto in alcuni casi, una rapida, diffusa ed irreversibile emorragia con conseguente morte. La presenza di questo farmaco e' stata infatti riscontrata nei rispettivi esami ematochimici effettuati sui pazienti nel corso dell'ordinario monitoraggio clinico, che hanno evidenziato una concentrazione, in alcuni casi, anche 10 volte superiore rispetto a quelle compatibili con le consentite dosi terapeutiche. I pazienti deceduti, uomini e donne di eta' compresa fra i 61 e gli 88 anni, in molti casi avevano patologie per le quali la somministrazione dell'eparina non rientrava nelle possibili terapie. (AGI)
Red/Mav (Segue)