(AGI) - Catania, 15 mag. - Milano da sempre meta preferita dei criminali catanesi - quelli in fuga o quelli in cerca di affari piu' grandi - che in piu' occasioni sono 'espatriati' in cerca di fortuna. Negli anni Settanta una guerra di mafia, sino ad allora senza precedenti, decimo' gli storici "cursoti", la mafia di via Antico Corso, allora impegnati principalmente nel traffico delle sigarette di contrabbando, poi nello spaccio della droga e nel controllo delle discoteche e dei night club. Fu cosi' che i boss si trasferirono tra Torino e Milano. Quest'ultima citta' divenne roccaforte dei cosiddetti Cursoti milanesi con l'appoggio di malavitosi meneghini di altissimo rango come Francis Turatello "Faccia d'Angelo", e Angelino Epaminonda detto "il Tebano", catanese di origine, ma giunto in Lombardia con la famiglia da ragazzino, 're' della mala milanese, senza mai essere 'punciuto'. In un libro si defini' "il padrone della citta'", capace di rompere e ricreare alleanze, esaltando la propria autonomia, come l'Epaminonda di Tebe che volle sottrarsi all'egemonia spartana, sbaragliandone la potenza militare, accrescendo il proprio peso nella politica greca. Tra gli affari del 'Tebano', in particolare, i casino' e le bische. Il boss che per anni ha comandato questo gruppo e' stato Luigi Jimmy Miano ritenuto dagli investigatori un autentico criminale di razza. Arrestato per la prima volta nel 1966, nel suo lungo curriculum spiccano sette ergastoli. Il suo nome e' comparso nei fascicoli di processi come quello riguardante la strage dell'autoparco di Milano, processo "Count down" e processo "Wallstreet", sempre a Milano), o per la partecipazione nel 1981 alla strage di carabinieri al casello di San Gregorio a Catania e in ordine al coinvolgimento negli omicidi di Francis Turatello nel carcere di Nuoro (fu Pasquale Barra "'o animale", a strappare e mordergli il cuore) e di Roberto Cutolo, figlio di Raffaele Cutolo. Nel 2005, dopo una lunga detenzione, Miano e' morto per un infarto lasciando il posto a Rosario Pitara' "Sarettu u Furesteri", arrestato proprio nel 2005, ritenuto ancora uno dei reggenti storici del clan nel capoluogo meneghino.
E poi ecco la presenza ingombrante della cosca Laudani, emersa dall'inchiesta culminata dall'imponente operazione di oggi. Un interesse antico quello per la grande distribuzione. Piu' di dieci anni fa un'inchiesta della procura distrettuale antimafia di Catania ha inguaiato Sebastiano Scuto, il "re" dei supermercati Despar in Sicilia, fondatore di Aligrup un colosso della distribuzione alimentare con un oltre duemila dipendenti. E' ritenuto dai magistrati un prestanome dei Laudani tanto da essere condannato in primo e secondo grado, prima a quattro anni e otto mesi e poi a 12 anni. Nei suoi confronti recentemente la Cassazione ha annullato con rinvio il secondo grado e restituito solo in parte il suo patrimonio. (AGI)
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