(AGI) - Genova, 14 feb - "La nostra posizione riguardo ai minori - a prescindere da qualsiasi valutazione sulla liberalizzazione delle droghe leggere per gli adulti - e' che i minori sono fasce deboli e vanno tutelati in ogni modo". Lo dice il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, a margine di una iniziativa, commentando la tragedia avvenuta ieri a Lavagna dove un ragazzo di 16 anni si e' tolto la vita, lanciandosi dalla finestra di casa, durante una perquisizione della guardia di finanza, nell'ambito di un controllo antidroga. "Il problema e' diverso - spiega Cozzi che non vuole dare adito a speculazioni (come ha piu' volte ribadito ai cronisti, ndr) - bisognerebbe garantire in casi come questo, quando sono necessari interventi investigativi doverosi, un'assistenza al minore, cosa che la legge non prevede: la legge prevede l'assistenza obbligatoria di uno psichiatra o di uno psicologo infantile quando deve essere ascoltato dalla polizia giudiziaria o dal pubblico ministero. Secondo me - sottolinea il magistrato - quando si effettua un atto di questo tipo nei confronti di persone che possono essere fragili, fermo restando che in questo caso c'erano i genitori del giovane presenti e si e' svolto tutto in maniera regolare e trasparente - occorre prevedere a supporto di una persona che vive un'eta' fragile e fa uso di stupefacenti, quindi manifesta un disagio, un supporto psicologico. Credo che sarebbe una buona cosa" dice il procuratore capo di Genova. "La persona che riceve una perquisizione ha diritto ad avere con se' una persona di fiducia - ricorda ancora Cozzi - Ma la persona di fiducia a volte puo' non essere la madre o il padre con cui magari si sta vivendo un momento di incomprensione. Ci deve essere proprio uno specialista. Con un minore che ha problemi a scuola e inizia a far uso di stupefacenti, non si usa la scorciatoia di dire "facciamogliela pagare". E' una scorciatoia che deresponsabilizza tutti quanti" conclude Cozzi. (AGI)
Ge4/Mav