Il voto di domenica può essere l'avvio di una fase di rigenerazione del Partito democratico e, soprattutto, del Paese. Nicola Zingaretti punta ad andare ben oltre il 20 per cento alle europee e mette nel mirino il voto delle politiche per le quali - è l'intenzione del segretario - il Partito Democratico dovrà declinare la lista unitaria Pd-Siamo Europei in chiave nazionale, avviando in Italia la ricostruzione di un campo largo di centro sinistra.
"Possiamo recuperare tanto astensionismo, questa volta non si può non votare. La nostra lista offre a chi ha paura di questo presente una opportunità: andremo ben oltre il 20%", si ragiona.
Il leader dem muove da un doppio presupposto: le liti tra i due azionisti del governo sono gli ultimi fuochi di campagna elettorale, ma questo non significa che l'esecutivo gialloblu andrà avanti ancora per molto.
Zingaretti ha spiegato più volte che l'esecutivo andrà a casa davanti alla constatazione dell'impossibilità di mettere mano a una manovra che richiederà sacrifici agli italiani.
Mancano 32 miliardi per la manovra, dice il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.
"Per me sono 40 milioni", rincara Zingaretti. "Si stanno preparando a dare una mazzata ai trasporti e ai servizi in generale. Tagliano le pensioni a 6 milioni di pensionati e oggi mancano all'appello 32 miliardi: nessuno dei due, né Salvini né Di Maio hanno smentito il presidente di Confindustria. Ma secondo me sono almeno 40".
Il giorno in cui il governo cadrà
Quando il governo cadrà, l'unica possibilità sarà dare la parola agli italiani perché una soluzione parlamentare alla crisi non potrà mettere al sicuro i conti italiani.
"I problemi dell'Italia richiederanno scelte radicali in caso di crisi di governo e se questo accadrà bisognerà dare la parola agli italiani".
Dunque, chiusa la campagna elettorale per le Europee, ci si rimetterà subito al lavoro avviando, dal 27 maggio, una grande mobilitazione nazionale che coinvolgerà giovani, famiglie e imprese per arrivare a un programma condiviso.
Intanto Zingaretti comincia da uno dei temi centrali in ogni campagna elettorale: il fisco. Tema che va coniugato con quello della lotta all'evasione fiscale, una sorta di tesoretto che consentirebbe di abbassare il carico delle imposte su famiglie e imprese.
L'idea di Zingaretti è una sorta di Tax day al contrario: "La lotta all'evasione fiscale fa perdere voti? Io istituirei per legge che un giorno all'anno, mi piacerebbe si trattasse del 1° maggio, in cui il governo si impegnasse a mettere tutti i soldi dell'evasione per ridurre le tasse alle imprese e alle persone”.
“In Italia ci sarebbe una rivoluzione perché i proventi della lotta all'evasione fiscale vengono usati per politiche di bilancio. Se invece ci fosse un giorno del calo delle tasse sarebbe un bel segnale".