"Noi saremo come un nido di vespe nei confronti di chi andrà al governo” dice il Governatore del Veneto Luca Zaia in un’intervista al Corriere della Sera nella sua edizione di carta, per aggiungere subito dopo: ”Non ho fatto sconti al governo uscente, figuriamoci se li farò a chi arriverà”. Però non si nasconde che dopo le dimissioni di Giuseppe Conte sta per cominciare una fase nuova in cui “se la soluzione che si prospetta è un inciucio Pd-M5S di fatto il Veneto, e di conseguenza la parte produttiva del Paese, cioè il Nord, finirà all’opposizione”.
Il Governatore veneto pensa però che con il suo discorso di ieri al Senato il premier “ha scritto una brutta pagina”. Poi annota: “Non è nel mio stile fare l’avvocato difensore di Matteo Salvini, ma se il premier voleva davvero fare il padre nobile doveva dire anche chi sono e cosa sono i 5 Stelle”.
Insomma, quello di Conte sarebbe stato un discorso a senso unico che non ha tenuto conto delle tante variabili a cui lui stesso è stato sottoposto nel corso di questo anno e mezzo alla guida di Palazzo Chigi, e cioè del fatto che proprio “lui dovrebbe essere il primo a sapere quante difficoltà gli hanno creato i 5 Stelle sulla Tap, sulla Tav, sulle Olimpiadi a Cortina e Milano (qui ha sfiorato il ridicolo perché se fosse stato per il governo, addio Giochi...). Non regge la narrazione di un gruppo di ragazzi per bene disturbati da un iper-agitato Salvini”.
È come se il premier si fosse dimenticato che dentro al suo governo c’era il partito del No. Come dimenticare, secondo Zaia, che in Parlamento “hanno o hanno addirittura votato contro le indicazioni del presidente del Consiglio” tanto che, aggiunge ancora, “sulla Pedemontana veneta ci siamo dovuti arrangiare perché da Roma ci hanno messo solo ostacoli”.
E poi c’è il problema della Grandi Navi a Venezia, per il quale a giugno scorso il ministro Danilo Toninelli “aveva detto che aveva la soluzione a portata di mano. Siamo ormai a settembre. Chi l’ha vista?” si chiede il Governatore un po’ sconfortato.
Ma la delusione maggiore Zaia la riversa sulla battaglia alla quale teneva di più, quella sull’autonomia, per la quale “al di là delle considerazioni politiche” già più volte espresse, oggi dice espressamente: “Accuso i 5Stelle di aver avanzato argomentazioni ridicole che hanno rieditato una guerra tra Nord e Sud inesistente e di cui comunque non c’è alcun bisogno. Hanno soltanto gettato benzina sul fuoco. Ma si illudono di poter bloccare un processo storico che parte dal popolo” perché, aggiunge il Governatore, “la storia non la ferma nessuno. I cittadini vogliono l’autonomia, hanno votato al referendum per averla, nessuno gliela può negare”. E ribadisce: “Noi saremo come un nido di vespe nei confronti di chi andrà al governo”.
E adesso? “Matteo ha aperto la crisi, è vero – riconosce Zaia - ma ha solo evitato che si trascinasse un’agonia. Sarebbe comunque saltato tutto sulla Finanziaria. E avremmo fatto la fine di un Paese sudamericano”. Aspettative? “Che si taglino i parlamentari e poi al voto” dice risoluto il Presidente della Regione Veneto.