Riciclaggio dei rifiuti, uso della plastica, energie rinnovabili: l’ambiente sembra aver finalmente conquistato la cima dell’agenda pubblica dei cittadini europei. Lo testimoniano anche i risultati di WeEuropeans, la consultazione civica promossa dalla no-profit Civico Europa e dalla piattaforma make.org, che in cinque settimane ha raccolto 30 mila proposte provenienti dagli abitanti dell’Ue e ne ha selezione dieci, le più votate, da presentare al Parlamento europeo. Una sorta di decalogo delle azioni più urgenti, secondo chi risiede nell’Ue, da affrontare nelle stanze di Bruxelles e Strasburgo.
La lista completa: no alle agevolazioni fiscali per multinazionali
“Propongo un programma di riciclo su scala europea: le materie prime dovrebbero essere riutilizzate e non distrutte”. È questo il messaggio, lanciato da Mary, che ha raccolto il maggior numero di apprezzamenti. Tra le dieci segnalazioni più votate su scala europea tra quelle arrivate a WeEuropeans ce ne sono due provenienti dall’Italia: Anna suggerisce di tutelare l’ambiente boschivo favorendo la riforestazione; Alessandro invita a riflettere sull’opportunità di impedire a “chi commette reati” di poter ricoprire incarichi pubblici e candidarsi alle elezioni. Nella lista completa (consultabile qui) trovano spazio anche le “restrizioni in materia di sostanze chimiche, specialmente nell'industria alimentare” e “l’abolizione delle agevolazioni fiscali per le multinazionali”.
Il progetto: un’agenda civica da portare in Parlamento
Tra l’8 febbraio e il 15 marzo ai cittadini europei è stato chiesto di “condividere proposte per reinventare l’Europa e votare quelle degli altri cittadini” sul sito internet del progetto. Una vera e propria call to action per individuare temi e soluzioni ai problemi avvertiti come più importanti e urgenti per salvaguardare il futuro dell’Unione europea, avvicinando i decisori politici alle donne e agli uomini che abitano i suoi Paesi membri.
Alla consultazione ha partecipato un milione e mezzo di persone. I suggerimenti provenienti dalla società civile sono stati scremati in due fasi, votando prima su base nazionale e in un secondo momento a livello continentale, selezionandone alla fine dieci.
La lista di queste proposte è stata svelata il 22 marzo, quando i promotori di WeEuropeans hanno portato i dieci punti – organizzati in un documento chiamato Agenda civica – al Parlamento europeo. “La tematica più sentita è stata quella ambientale – spiega all’Agi Tremeur Denigot, direttore della comunicazione di Civico Europa – diffusa in tutti i Paesi dell’Ue, anche se con livelli differenti. In Francia, per esempio, è stata più votata che in Italia”.
“Reinventare l’Europa” a suon di ecologismo
La lotta per l’ambientalismo, combattuta da decenni da organizzazioni locali e internazionali, sembra comunque essere diventata una questione di massa, una preoccupazione che tocca tutti. Il successo, dovuto probabilmente anche alla risonanza mediatica della figura di Greta Thunberg e al progressivo diffondersi della consapevolezza del problema tra i più giovani, è testimoniato anche dai messaggi arrivati a WeEuropeans a livello italiano.
Tra i dieci più votati nel nostro Paese le prime cinque erano proprio a tema green: “Propongo maggiori incentivi fiscali per le aziende che utilizzano energie rinnovabili nel loro ciclo produttivo”, scrive Angela; Maria Carmela chiede “una maggiore diffusione nei supermercati europei dei prodotti in carta riciclata e del monouso biodegradabile”, Franco pensa a “un'etichetta che riporti la provenienza delle materie prime e non solo del prodotto finito per combattere le frodi agroalimentari”.
Che fine faranno ora queste proposte?
Non solo ecologia, comunque: Denigot spiega che, tra i temi più sentiti dai cittadini, ci sono anche una “giustizia fiscale” che tocchi i grandi gruppi internazionali accusati di evasione, “politiche sociali come l’ipotesi di un reddito minimo europeo”, e poi la sfera che riguarda la democrazia, dalla “trasparenza delle istituzioni” alla “lotta alla corruzione”. Proposte, idee, suggerimenti di cittadini che ora finiranno sul tavolo dei politici europei.
E l’immigrazione? “Solo il 4% delle proposte verte su questo argomento – prosegue Denigot -. In alcuni Paesi comunque se n’è parlato di più che in altri: tra questi c’è l’Italia”.
Completata la consultazione, ora si tratta di avviare il dibattito politico circa le preoccupazioni espresse dai cittadini europei: “Monitoreremo le dichiarazioni dei candidati in vista delle elezioni del 26 maggio, terremo traccia di chi ha detto cosa a proposito degli argomenti dell’Agenda civica”, spiega Denigot.
A proposito del voto: è inevitabile pensare al caso del Regno Unito il cui processo di uscita dall’Unione, con ogni probabilità, sforerà la data delle urne: londinesi e connazionali non hanno potuto partecipare a WeEuropeans: “La consultazione avrebbe potuto creare qualche disturbo – commenta Denigot – La nostra posizione è completamente apartitica, se ci fossimo rivolti anche agli inglesi saremmo stati considerati schierati”.