La revoca della nomina del sottosegretario Armando Siri è stato il tema politico più discusso della settimana su Twitter. Ma a sorpresa il tweet più condiviso non è quello di uno dei protagonisti della vicenda che per tre settimane ha fatto tremare il governo, ma quello del coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia Guido Crosetto che con l’ironia ottiene il 30% delle condivisioni totali (736 di circa 2.400). È uno dei dati che emerge da un'indagine svolta da Kpi6 per Agi tra il 3 e il 9 maggio.
Forse è meglio che Siri getti la spugna e si dimetta. Prima che emerga anche quella brutta storia di quando rubò un morso di Kinder Bueno ad un compagno di asilo. Storia triste e mai emersa finora. Ma negli archivi della magistratura da tempo, con le intercettazioni delle mamme.
— Guido Crosetto (@GuidoCrosetto) May 6, 2019
E mentre l’unico tweet di Salvini sull’argomento ottiene 145 retwitt, sono quelli di alcuni esponenti del M5s a performare un po’ meglio sul social, come quello di Carlo Sibilia che scrive:“Questo Governo è solido e sempre più credibile” (181). Ma è l’europarlamentare pentastellato Ignazio Corrao ad ottenere l’engagement più alto considerata la sua base di follower, circa il 50% su 11mila, con un tweet che colpisce ancora l’alleato di governo: “Non ci sarà nessuno sconto neanche per Giorgetti se risulterà coinvolto nel caso Siri... buongiorno a tutti!” (133).
Infine delle 25 mila conversazioni generate su Twitter dal caso Siri, dopo le 27 mila della scorsa settimana, è un tweet dell’opinionista Gianrico Carofiglio ex senatore del Pd, ad ottenere il numero maggiore di condivisioni tra i non politici. Scrive Carofiglio ottiene 2,7 mila condivisioni e 8,8 mila ‘like’.
Un pregiudicato per bancarotta (Siri) ottiene un mutuo di quasi 600.000 euro senza alcuna garanzia. Banca d’Italia segnala operazione sospetta. Magistratura indaga. Salvini dice che è tutto normale. Dal suo punto di vista ha ragione: il suo partito ha fatto sparire 49 milioni.
— Gianrico Carofiglio (@GianricoCarof) May 7, 2019
Le opinioni si polarizzano su Casal Bruciato
Le tensioni a Casal Bruciato sono il secondo tema più discusso e quello che più ha polarizzato le opinioni espresse in oltre 17mila conversazioni generate e 46 mila retweet. Il politico che ha ottenuto più condivisioni è stato il dem Matteo Orfini (567) che ha scritto: “Sono appena salito a casa della famiglia rom a #casalbruciato. Un padre, una madre, i loro bambini terrorizzati da un gruppo di fascisti. Non lasciamoli soli”. Lo segue Matteo Salvini (209) che scrive: “Voglio che qualcuno campi alle spalle del prossimo, anche utilizzando dei bambini”.
Sono appena salito a casa della famiglia rom a #casalbruciato. Un padre, una madre, i loro bambini terrorizzati da un gruppo di fascisti. Non lasciamoli soli
— orfini (@orfini) May 8, 2019
Ma tra gli opinionisti è un tweet di Roberto Saviano a creare più dibattito: “Parole ambigue dal #MinistroDellaMalaVita su #CasalBruciato per non indispettire i cani feroci di #CasaPound che minacciano donne e bambini. E la @poliziadistato, che sequestra striscioni e telefonini, ridotta a servizio d'ordine per la campagna elettorale di un partito. Che pena”. Parole condivise 1857 volte.
La sparatoria di Napoli
A Napoli si spara tra la folla: colpite tre persone tra cui la piccola Noemi. Il Ministro Salvini annuncia lo #Spazzaclan e pubblica il maggior numero di contenuti (21%) con diversi numeri e annunci (690 militari per Strade Sicure, 1,4 milioni di risorse) e promesse: 800 assunzioni straordinarie. Giorgia Meloni chiede che lo Stato “dichiari guerra”. Santanché persino di “mandare l’esercito”, ma è Boldrini la più ritwittata col maggior engagement (6mila condivisioni e oltre il 3% di interazioni), rispondendo al comizio di Salvini fatto sul terrazzo del municipio, a Forlì.
Il PD compatto contro il Ministro dell’Interno: da Renzi (1600 retweet) a Calenda (1500 retweet). Dopo l’arresto del presunto killer la curva delle conversazioni ricomincia a crescere, esultando per la buona notizia. Ma tra le emozioni più rilevanti nei contenuti pubblicati dagli utenti, quasi l’80% è di rabbia, disapprovazione, stupore, tristezza, ma anche paura: e oltre ai politici (Santanché) anche alcuni cittadini chiedono l’esercito nelle strade e più sicurezza.
Un Ministro dell'Interno che non sospende la campagna elettorale, non va a Napoli ma si affaccia a Forlì dal balcone da cui parlava Mussolini e dice "si sparassero tra di loro" nei giorni in cui una sparatoria ha ridotto in fin di vita una bambina si deve dimettere. Punto. pic.twitter.com/YVB7wrAVLw
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) May 6, 2019
Le polemiche sul Salone del libro e Casapound
Il Salone del libro di Torino quest’anno fa parecchio discutere oggetto di forte polemica politica.
La voce delle istituzioni piemontesi si è fatta sentire con chiarezza: Chiara Appendino e Sergio Chiamparino hanno pubblicato il 45% dei contenuti, e in generale tutte le forze politiche del campo progressista sono state particolarmente attive, con un focus molto stretto sulla presenza di CasaPound. Il contenuto più condiviso è di Giorgia Meloni (più di 500 retweet e oltre 1.500 like), che ottiene anche un buon livello di engagement, e parla di “pericolosa deriva liberticida da parte della solita sinistra.
Al #SaloneDelLibro di Torino va in scena una pericolosa deriva liberticida da parte della solita sinistra. Gente che evidentemente rimpiange le censure di epoca sovietica, vorrebbe stabilire chi possa esporre i propri libri e chi no. Nessuna censura è tollerabile. #NoCensura
— Giorgia Meloni ن (@GiorgiaMeloni) May 7, 2019
Dal Salone si sono articolate numerose conversazioni su Twitter da parte dell’audience, molte delle quali proprio sull’inziale presenza dello stand della casa editrice Altaforte, vicina a CasaPound (presenza poi revocata dagli organizzatori): 22mila tweet, 66mila condivisioni, 31mila mentions e un discreto tasso di engagement (1.3%). Nonostante si tratti di un evento al centro dell’agenda culturale del paese, ha prodotto una sentiment negativa al 67%.