AGI - Faccia da bravo ragazzo, mai una parola fuori posto, volto di una Lega ultra-moderata e vicesegretario federale della Lega agli antipodi rispetto a colleghi di partito come Roberto Vannacci. Si è imposto alle Regionali del Veneto con un risultato talmente netto che in molti, alle prime proiezioni dello spoglio, avevano pensato si trattasse di un errore. Per Alberto Stefani il 2025 sarà un anno da incorniciare. Ma non mancano le sfide. Una su tutte, essere all'altezza del suo predecessore, Luca Zaia.
Governatore, iniziamo con un facile bilancio: cosa le resterà di questo 2025?
"È stato un anno a stretto contatto con il territorio. Ho incontrato moltissime realtà, imprenditori associazioni, semplici cittadini e con tutti ho costruito il programma di governo con cui mi sono candidato".
Le hanno indicato la via per i prossimi anni?
"Certo, le grandi sfide che dovremo affrontare in regione. Prima fra tutte quella demografica, con una longevità che sta aumentando e quindi la necessità di individuale modelli socio assistenziali all'avanguardia, quindi servizi sanitari capaci di integrare anche l'intelligenza artificiale e piani per il mondo del lavoro capaci di tenere presente i rischi e le opportunità della transizione digitale ma anche della denatalità o dell'invecchiamento della popolazione".
L'intelligenza artificiale sarà anche al servizio della Regione?
"Si', proprio ieri abbiamo convocato il Tavolo anti-burocrazia con tutte le associazioni di categoria. Lo facciamo per prima volta con l'intento di usare anche la tecnologia per snellire la burocrazia regionale, ma anche per avanzare delle proposte a livello nazionale".
Arriva alla presidenza dopo una lunghissima epoca Zaia (ben 15 anni). è più lo slancio o il peso di una tale eredità?
"Come tutte le eredità vanno bene investite. C'è la necessità di riuscire ad adeguare il programma di governo alle mutate esigenze che la società impone quindi l'obiettivo è quello di continuare il percorso guardando ai prossimi decenni".
Ma ci sarà un confronto con l'ex governatore?
"Lavoriamo assieme di fatto da 4 anni quindi per me è un percorso che continua e sono felice di poter continuare a lavorare assieme per il tempo che deciderà di metterci a disposizione".
Magari potrebbe collaborare avendolo come sindaco di Venezia...
"Sono certo che il centrodestra sceglierà il candidato migliore. Il nome di Zaia sarebbe ovviamente spendibile con ottime prospettive, ma la scelta spetta a lui. Certo che sarei felice di averlo come sindaco, ma secondo me i veneziani sarebbero ancora più contenti di me ad avere un sindaco così".
Nel suo programma ha messo al centro il sociale e i diritti, temi decisamente poco leghisti...
"Il mio programma è figlio delle esigenze del territorio, è scritto insieme ai cittadini nei 2500 gazebo che abbiamo allestito nelle piazze ed è una visione dei prossimi 20 anni, è normale che ci siano temi 'nuovi'".
Di sicuro però ha poco a che spartire con le idee di un vicesegretario come Vannacci è il volto di una lega ultra-moderata?
"Il mio programma di governo tiene conto delle particolarità di una regione e di un territorio ed è piaciuto al nostro elettorato e al nostro partito, come dimostrato dal risultato elettorale. Sicuramente la regione ha competenze che il governo centrale non ha, e viceversa. Tante volte ha parlato dell'importanza di essere amministratori locale e credo siamo fondamentale proseguire un percorso molto forte con i territori. È quello che fa la differenza, è il punto di forza della Lega".
Di una Lega "unica" o di più leghe in stile Cdu-Csu?
"Come Liga Veneta abbiamo la nostra autonomia statutaria. è chiaro che ogni territorio ha le sue specificità e un buon governatore deve avere la capacità di interpretare le esigenze del proprio territorio. Ma questa non è una spaccatura, è un valore aggiunto per il partito. Nessuno parla di fare divorzi o di due partiti".
A patto però che le istanze territoriali non restino tali e vengano portate anche sui tavoli nazionali
"Esatto. Il Veneto deve essere protagonista nelle sede nazionali e internazionali. Il nostro sarà un Veneto che andrà a Roma e si confronterà per fare gli interessi del Veneto e contare sempre di più. Sia nelle sedi nazionali che internazionali".
Per esempio?
"Abbiamo iniziato con due promesse del nostro programma: un assessorato al sociale, e un tavolo di contrasto alla burocrazia. E le abbiamo già fatte entrambe. Prossimamente presenteremo nuove iniziative sociali che non voglio però per ora svelare".
Di certo Roma potrebbe essere il tavolo giusto per chiedere l'autonomia...
"Quello per l'autonomia è un percorso che ho vissuto da relatore del disegno di legge. È un percorso che continua a che affronterò anche in prima persona. Poi ci sarà anche la riforma del federalismo fiscale che l'anno prossimo dovrà essere realizzato, e non perché lo dice la Lega, ma perché lo dice il Pnrr".
Un'ultima domanda: un giudizio al governo Meloni?
"Ha affrontato sfide importanti con una eredità non semplice, basta ricordare quanto era complicato fosse pensare a manovre espansive con la voragine lasciata del superbonus e dagli sprechi precedenti. Il Governo ha dato una cosa che mancava da anni all'Italia: la stabilità".