Il via libera definitivo alla manovra arriva quasi al fotofinish di fine anno: nella tarda mattinata del 30 dicembre la Camera ha infatti licenziato la legge di Bilancio con 216 voti favorevoli e 126 contrari.
Una manovra di circa 22 miliardi che spazia dal taglio dell'aliquota Irpef per il ceto medio alla revisione delle norme sul calcolo Isee da cui viene esclusa la prima casa, fino alla nuova rottamazione delle cartelle esattoriali e i bonus sui libri di testo per le scuole superiori, passando per l'estensione del congedo parentale e le norme sulla titolarità delle riserve auree di Bankitalia.
Rivendicazioni del governo e accuse delle opposizioni
Misure che governo e maggioranza rivendicano con soddisfazione: "Il punto fondamentale di questa manovra è che abbiamo detassato gli aumenti contrattuali, oltre ad aver chiuso tutti i contratti pubblici da anni fermi, questo significa aumenti concreti dei salari e degli stipendi dei lavoratori dipendenti. Una cosa che ci chiedevano sia i sindacati che i datori di lavoro", scandisce il titolare dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Misure che le opposizioni giudicano ininfluenti, "solo austerità e più tasse, tagli a sanità e scuola e soldi per le armi", è il giudizio pressoché unanime delle forze di minoranza. Una battaglia che ha scandito tutti i lavori prima al Senato e poi in Aula alla Camera, dove il testo della manovra è arrivato blindato e con tempi d'esame strettissimi.
Giorgia Meloni: manovra seria e responsabile
E anche se a distanza, va nuovamente in scena lo scontro tra la presidente del Consiglio e la segretaria del Pd. "È una manovra seria e responsabile, costruita in un contesto complesso, che concentra le limitate risorse a disposizione su alcune priorità fondamentali: famiglie, lavoro, imprese e sanità", sottolinea Giorgia Meloni, evidenziando la prosecuzione del "percorso di riduzione dell'Irpef per il ceto medio, il sostegno alla natalità e al lavoro, il rafforzamento della sanità pubblica e il supporto a chi investe, produce e crea occupazione. Abbiamo lavorato per rendere strutturali misure già avviate e per rafforzare quelle che incidono realmente sulla vita quotidiana degli italiani, mantenendo fede agli impegni assunti".
Elly Schlein: manovra di promesse tradite
Per Elly Schlein, invece, è vero esattamente il contrario: "È una manovra di promesse tradite, che non si occupa dei veri bisogni primari degli italiani, sbagliata, di austerità, che prevede la crescita a zero e taglia su scuola, sanità, ricerca e trasporti, mentre aumenta le risorse sulle armi e aiuta i più ricchi". E "dopo tre anni di governo non vi crede più nessuno, dopo tre anni la vostra propaganda non regge più, costruiremo l'alternativa e andremo a battervi alle prossime elezioni", promette la leader dem. Poco prima del voto alla Camera i deputati Pd mostrano in Aula cartelli con su scritto "Disastro Meloni". Mentre il cartello esposto dal segretario di Più Europa Riccardo Magi recita un provocatorio "Vendesi", riferito alla Camera "che è stata esautorata, potete liquidarla".
I giudizi di Conte, Fratoianni e Renzi
"La presidente Meloni esulta per le rate dei 209 miliardi del Pnrr che abbiamo portato noi [...] Salvini fa un teatrino contro invii di armi in Ucraina e aumento dell'età pensionabile e poi vota entrambi. Tajani prometteva pensioni minime a 1.000 euro per tutti e invece hanno tagliato le pensioni di cittadinanza e in manovra mettono 3 euro nei cedolini dei pensionati minimi. Sembra un circo ma purtroppo è la realtà. E non fa ridere", incalza il presidente M5s Giuseppe Conte. È una "manovra fatta di tagli, di austerità e di tanta nuova spesa militare, mentre servivano risorse per aumentare gli stipendi e garantire il diritto alla salute e all'istruzione pubblica per i cittadini", critica Nicola Fratoianni di Avs, mentre il leader Iv Matteo Renzi osserva: "Aumenta la pressione fiscale, aumenta il debito, non blocca la fuga dei cervelli, non aiuta imprese e famiglie. E stavolta la premier non riuscirà a rigirare la frittata. Attività in cui di solito è campionessa mondiale".
Il governo tira dritto: da opposizione propaganda ideologica
Ma il governo tira dritto e rivendica con forza le misure contenute nella legge di Bilancio, liquidando le critiche delle opposizioni come "solita propaganda ideologica": "Una manovra seria e concreta, attenta alle famiglie, alle imprese e che, proseguendo su quanto fatto negli anni passati, riduce ulteriormente le tasse e aumenta al massimo mai raggiunto il fondo sanitario nazionale. Un percorso virtuoso e di buon senso certificato dai numeri dello spread, dalle agenzie di rating, dai grandi investitori internazionali, e dal record dell'occupazione", esulta il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Una manovra per ricchi? "È assolutamente falso. Basta leggere i documenti dell'Upb, della Bce e di istituzioni che notoriamente non sono amiche del governo", controbatte il titolare del Mef Giorgetti. Ci sono "misure importanti per i salari e i redditi", sottolinea la ministra del Lavoro Elvira Calderone, "per le famiglie investimenti e progettualità", aggiunge la titolare delle Pari opportunità Eugenia Roccella.