AGI - Il confronto sul palco di Atreju non c'è stato, ma fra Elly Schlein e Giorgia Meloni è duello vero, seppure a distanza. Il botta e risposta corre lungo via Labicana, costeggia il Colosseo, arriva a Castel Sant'Angelo, dove la premier chiude la festa di Fratelli d'Italia. Dalla parte opposta, a due passi dalla Basilica di San Giovanni, Elly Schlein riunisce l'assemblea dem.
Qualcuno, fra i dem, lascia intendere che non è stata una casualità, ma una scelta precisa della segretaria, per riaccendere il confronto con la premier. Lei, Giorgia Meloni, accusa la dem di non aver voluto il confronto a tre con Giuseppe Conte sul palco di Atreju, di aver fatto come il Michele Apicella di Nanni Moretti, "mi si nota di più se vengo o se non vengo". Ma così facendo, ha fatto sì che a essere notata fosse proprio Meloni, rivendica la premier.
La polemica sull'assenza ad Atreju
"Voglio ringraziare tutti i leader dell'opposizione che sono venuti ad Atreju e anche Elly Schlein", dice Meloni, "che con il suo nannimorettiano 'mi si nota di più se non vengo per niente' ha comunque fatto parlare di noi". Quindi, la stoccata su un nervo scoperto del centrosinistra: "Il presunto campo largo lo abbiamo riunito noi ad Atreju e l'unico che dovrebbe federarli non è venuto". La premier Meloni rivendica che l'assenza di Schlein ha comunque portato attenzione sulla festa di FdI.
Schlein attacca: propaganda e costo della vita
Schlein sembra ribattere: la relazione è scritta, certo, la segretaria non ha contezza delle parole 'in presa diretta' della presidente del Consiglio. Nonostante questo, il nome di Giorgia Meloni ricorre a più riprese, otto volte in tutto. "Penso che fra poco sentiremo un'altra bella dose di propaganda da parte di Meloni", attacca Schlein che, poi, invita la premier a lasciare da parte la legge elettorale e la riforma del premierato, "giù le mani dalle prerogative del Presidente della Repubblica", e di andare "a fare la spesa, nei mercati o negli alimentari di quartiere" per rendersi conto di quanto siano aumentati i prezzi.
Accuse di incoerenza e manovra economica
"Meloni è una campionessa di incoerenza", incalza poi Schlein ricordando "il video in cui la premier diceva di volere azzerare le accise. Chi pensa di prendere in giro? L'unico interventismo è stato quello di entrare a gamba tesa nell'operazione di Mps su Mediobanca dove emerge un ruolo opaco del governo e del Mef. Vi dovete fermare". Poi l'attacco sulla manovra, "che non contiene nulla per la crescita", ma il governo evita di parlarne, aggiunge la leader dem. "Preferiscono cercare i nemici piuttosto che dare risposte". Meloni rigetta le accuse: "Non accettiamo lezioni da chi fa il comunista con il ceto medio e il turbo capitalista a favore dei potenti".
Consenso, sicurezza e lo scontro sui 'maranza'
L'assemblea dem, che certifica l'allargamento della maggioranza a favore della segretaria, risponde con una ovazione quando Schlein ricorda alla premier l'accordo sul consenso: "Continueremo a batterci per fare rispettare l'accordo sulla legge fondamentale del consenso, per far capire che senza consenso è stupro", è l'attacco di Schlein. Meloni, da Castel Sant'Angelo, dice che "bisogna affrontare con forza il fenomeno dei 'maranza', perché chi coltiva violenza non può contare sulla comunità, l'Italia non è più la Repubblica delle banane. Lo stesso vale per le piazze violente". Schlein incalza: "Meloni governa da tre anni ma sulla sicurezza fa finta di essere all'opposizione e di non sapere che la sicurezza è un tema che compete al governo: non faccia lo scaricabarile sui sindaci".
Prospettive future e la corsa alle politiche
Che si tratti di un duello destinato a perpetuarsi per i mesi che separano dalle politiche, lo si capisce dalle chiose simmetriche con cui le due leader cercano di galvanizzare i rispettivi dirigenti e militanti. Meloni carica FdI: "Non smettete mai di dimenticare da dove siamo arrivati ma no a limiti, andiamo oltre ogni pronostico". La segretaria Pd rivendica: "Siamo il primo partito nei voti veri, non nei sondaggi". E rilancia: "È la dimostrazione che la partita delle politiche è apertissima, ci sono le condizioni per mandare a casa questa destra".