AGI - Al via Atreju 2025, la kermesse di partito che Fratelli d'Italia organizza tradizionalmente a Roma, a pochi giorni dal Natale, e che andrà avanti fino a domenica 14 con la chiusura di Giorgia Meloni. Nutrito il parterre dei parlamentari, a partire dai capigruppo di Camera e Senato, Bignami e Malan. C'è in prima fila Arianna Meloni, responsabile della segreteria politica, per il taglio del nastro. Instancabile Giovanni Donzelli, alla guida dell'organizzazione del partito, tanti i giovani iscritti che si danno da fare. Numerosa anche la gente venuta a sentire e curiosare, tra mercatini e la pista di pattinaggio.
Il colore dominante è il blu e il 'mantra' è Italia "sei diventata forte", con la chiosa "eravamo in pochi a credere in un'Italia forte. Ora siamo la maggioranza", ma anche "siamo nati per stravolgere i pronostici". Il sottofondo musicale è natalizio, ma si alterna a canzoni molto popolari. C'è anche il sindaco di Roma Gualtieri per i saluti istituzionali. Convitata di pietra Elly Schlein, che ha declinato l'invito per il mancato faccia a faccia con la premier (dopo che si è 'aggiunto' il leader M5s Conte), la cui scelta però è difesa da Gualtieri ed è invece oggetto di un'ironia leggera da parte della Radio di Atreju 'l'Italia chiamo', che inaugura le trasmissioni con il cartello esposto dai conduttori: "Elly? Chi l'ha vista".
Il mancato confronto tra i leader dell'opposizione
Per Arianna Meloni "Conte e Schlein avrebbero anche potuto coalizzarsi contro mia sorella, darsi forza l'uno con l'altra". Insomma, il mancato confronto è stata "un'occasione persa". "Se i leader dell'opposizione non riescono a confrontarsi tra loro e presentarsi come una coalizione neanche dentro una manifestazione come Atreju, figuriamoci quando si presentano agli elettori", osserva. Quello che però attira l'attenzione dei cronisti sono soprattutto il 'bullometro' delle "parole d'odio" della sinistra e il Pantheon della destra.
Il 'bullometro' delle parole d'odio della sinistra
Campeggiano a poca distanza, ma il primo non si può non vedere: è subito, all'ingresso, dopo l'albero di Natale allestito ai piedi della scalinata da cui si accede. "Diamo i voti alle parole d'odio della sinistra", è l'invito che arriva dallo striscione lungo una decina di metri e dà voce a Maria Elena Boschi, che è stata classificata con un 3 in "originalità" e un 10 in "livore", per aver detto "c'è un posto speciale all'inferno per le donne che non aiutano le donne".
Vi compare anche Maurizio Landini, con la frase pronunciata in tv "Giorgia Meloni è una cortigiana": voto 1 in originalità, per il livore si aggiudica un 10, poiché "spiacevole e volgare ha fatto sciopero dell'educazione". Ma un 10 in livore se lo guadagna anche Piergiorgio Odifreddi ("sparare a Martin Luther King e sparare a un rappresentante Maga non è la stessa cosa"), a cui viene dato un 2 per originalità.
Non mancano l'inviata italiana per l'Onu, Francesca Albanese, con il suo "condanno l'assalto a La Stampa ma sia un monito per i giornalisti", che per il 'bullometro' ha "le sembianze di una minaccia" e si 'becca' un 2 in originalità e 3 in livore e il giornalista Filippo Ceccarelli per la battuta: "Atreju a tr...": originalità 3 e livore 8 "alla facciona della sinistra femminista".
Il Pantheon ideale della destra italiana
Il Pantheon della destra italiana si presenta con la sua filosofia: "Il governo attualmente in carica ha sempre affermato che all'egemonia culturale della sinistra non avrebbe contrapposto un'egemonia uguale e contraria, ma avrebbe lasciato spazio alla libertà e al valore intrinseco che ogni persona può rappresentare. In questa logica, vogliamo qui proporre un Pantheon ideale di figure che hanno certamente interpretato un'egemonia, ma anteponendo il coraggio, l'eroismo e la libertà a ogni logica politica". Quindi, indica i suoi 'condottieri ideali'. Per la destra italiana ci sono Guglielmo Marconi, egemonia della tecnica; Gabriele D'Annunzio, egemonia della poesia; Ettore Majorana, egemonia della scoperta; ma anche Simone Weil, egemonia delle radici. Non mancano i temi dell'amore con Edith Stein, dell'avventura con Amedeo Guillet, il dovere con Nicola Calipari, il coraggio con Sammy Basso, l'egemonia delle idee con Charlie Kirk, la tradizione è di Pier Paolo Pasolini.
L'impatto di Giorgia Meloni sulla sinistra
E nel frattempo, da voce non schierata, arriva una stoccata al Pd da Paola Concia: "La nomina di Giorgia Meloni a presidente del Consiglio ha fatto bene anche alla sinistra". La già deputata del Pd, ad Atreju per presentare il suo libro "Quel che resta del femminismo", osserva: l'avvento della prima premier donna è "assolutamente legato" al fatto che "poi Elly Schlein sia diventata finalmente la prima segretaria del Pd. Conosco il mio ex partito, ci sono stata 30 anni, non era proprio un partito femminista. Quando Meloni è diventata presidente del Consiglio, nel Pd hanno avuto la necessità di contrapporre alla sua figura quella di un'altra donna giovane. Ora nel partito scalpitano, Schlein è una tosta, vuole arrivare al suo obiettivo".
Novità per Roma: abbassamento dell'Irpef
Ma non bisogna mancare di notare che c'è anche una bella notizia per i romani, se la norma verrà approvata. La dà il sindaco Gualtieri: "È stato presentato un emendamento importante per la Capitale e questa volta siamo stati uniti. È stato firmato dai parlamentari romani di tutti i partiti. Era una cosa giusta da fare. Credo che questa capacità, come rappresentanti di un territorio di essere uniti su alcune cose importanti, come la chiusura del debito della stagione commissariale di Roma Capitale, sia una cosa giusta" ed è stata portata avanti "senza guardare al colore politico". "L'abbiamo sostenuta e ci permetterà quando faremo i conti di abbassare l'Irpef ai romani". Ora infatti "paghiamo lo 0.4% di Irpef in più perché questo ci serviva a mettere 300 milioni l'anno per un vecchio debito pre-2008, fatto da Alemanno sindaco, durante il governo Berlusconi", ha detto