AGI - Un po' più di quattro settimane di vacanza per deputati e senatori. Palazzo Madama ha chiuso i battenti oggi, con il via libera definitivo alla proroga della delega fiscale, poi - dopo un passaggio alla Camera per eleggere Daniele Porena componente laico del Csm - tutti via verso le agognate ferie. I deputati, invece, dovranno ancora stringere i denti per un giorno e mezzo. La fine dei lavori è infatti attesa domani sera, mercoledi' 6 agosto (quindi con un giorno di anticipo rispetto alle previsioni iniziali): ci sono ancora due decreti da licenziare - il dl Economia e il dl Sport - poi la delega sullo Spettacolo e, infine, la proposta di legge sulla composizione delle giunte e dei consigli regionali.
I lavori dell'Aula di Montecitorio riprenderanno martedì 9 settembre, mentre la conferenza dei capigruppo è già convocata per l'indomani, 10 settembre, per stilare il calendario della ripresa dell’attività. L'Aula del Senato tornerà operativa dal 10 settembre. In entrambi i rami del Parlamento le commissioni, come ormai da tradizione, riprenderanno i lavori una settimana prima, a inizio settembre.
Per i partiti, pero', non sarà un agosto di sole vacanze: ci sono le elezioni regionali in autunno (si parte a fine settembre con le Marche) e quindi la campagna elettorale da portare avanti. Non solo: i leader di entrambi gli schieramenti dovranno sciogliere gli ultimi nodi che ancora bloccano le candidature in alcune Regioni, Veneto in primis (dossier delicato soprattutto per il centrodestra).
Scongiurato il rischio di un ritorno anticipato dei parlamentari nell'ipotesi di un rinvio alle Camere da parte del Capo dello Stato del dl Sport, qualora non fossero state stralciate le norme 'attenzionate' dal Colle, al momento resta tuttavia l'incognita su una possibile ripresa anticipata dei lavori delle Giunte per le autorizzazioni e delle immunità nel caso in cui il Tribunale dei ministri notifichi in questi giorni ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano la richiesta di autorizzazione a procedere per il caso Almansri, come ipotizzato ieri dalla premier Meloni, la cui posizione è stata invece archiviata.
Se dovessero giungere a breve le notifiche - al momento, come ha detto lo stesso Guardasigilli, nessuna carta è ancora arrivata - le Giunte per le autorizzazioni avrebbero 30 giorni di tempo dal ricevimento degli atti per esprimersi sul merito e portare il dossier in Aula (per Nordio la competenza è della Camera, per Piantedosi e Mantovano, non essendo parlamentari, la competenza è in capo al Senato). Dunque, calendario alla mano, i componenti dei due organismi rischierebbero di dover rientrare un po' prima dalle vacanze.
Licenziati prima delle ferie i decreti in scadenza - in tutto sei, alcuni con voto di fiducia - per Camera e Senato la ripresa dei lavori a settembre sarà nuovamente all'insegna dei decreti da convertire in legge. Sono tre quelli da approvare tra fine settembre e inizi ottobre: il dl Agenas, con misure urgenti per il commissariamento dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, il cui iter parte dal Senato; il dl Terra dei fuochi, che dovrebbe partire sempre dal Senato (approvato dal Cdm del 30 luglio) e il dl Giustizia, approvato dal Cdm del 4 agosto e che dovrebbe partire dalla Camera.
I due rami del Parlamento, poi, dovranno occuparsi anche di riforme e dei provvedimenti messi in stand by, a partire dal fine vita, sul quale si preannuncia battaglia da parte delle opposizioni. Mentre il governo dovrà cimentarsi soprattutto con il Documento Programmatico di Bilancio (Dpb), da trasmettere entro il 20 ottobre alla Commissione Europea.
Quanto alle riforme, alla Camera è atteso il terzo passaggio sulla separazione delle carriere (l'ok dovrebbe arrivare tra fine settembre e ottobre), che dovrà poi andare nuovamente al Senato per il via libera definitivo, in attesa del referendum confermativo: palazzo Madama non potrà pero' rimetterci mano prima di fine ottobre (bisogna attendere i tre mesi previsti dalla Costituzione) ma li' incombe la manovra, che quest'anno partirà appunto dal Senato e, quindi, c’è il rischio che l'ultima lettura possa slittare a gennaio.
Sempre alla Camera dovrebbe riprendere in autunno anche l'iter del premierato, finora andato avanti a rilento anche se in autunno maggioranza e governo sono intenzionati, viene spiegato, a imprimere uno sprint. Resta in campo l'ipotesi di apportare alcune modifiche al testo e, di conseguenza, i tempi della riforma costituzionale si potrebbero allungare ulteriormente. Non è escluso poi che alla ripresa dei lavori si possa riaprire il dossier legge elettorale, anche se al momento non vi sono indicazioni in tal senso.
Sempre sul fronte riforme, la Camera a settembre sarà impegnata anche con il ddl sui poteri di Roma Capitale. C’è poi il capitolo riforma della Rai, con la maggioranza che al Senato ha presentato un testo unitario scatenando le proteste delle opposizioni: l'avvio dell'iter è previsto tra settembre e ottobre e il primo via libera del Senato è atteso prima dell'apertura della sessione di bilancio, tempistica ipotizzata per escludere la possibile procedura di infrazione da parte dell'Ue.
Sempre a palazzo Madama altro dossier bollente la riforma della caccia, con la valanga di emendamenti delle minoranze. E ancora, in Giunta al Senato si discuterà la richiesta avanzata dalla ministra Santanchè di attivazione di un conflitto di attribuzione per le inchieste milanesi a suo carico. Dovrebbe poi approdare in Aula a ottobre la riforma del voto per i comuni oltre i 15mila abitanti, con il ridimensionamento dei ballottaggi voluto dal centrodestra.