AGI - "Prudenza nell'indicare Vladimir Putin "come il mostro da mettere all'angolo". La politica italiana è concorde nel sostegno alle trattative per ottenere la pace in Ucraina, da oltre un mese in guerra con la Russia, ma in molti chiedono toni meno decisi per evitare il rischio di un ulteriore inasprimento della situazione. Le parole pronunciate iri a Varsavia del presidente degli Stati uniti, Joe Biden, sulla presenza di Putin al Cremlino hanno riacceso il dibattito nonostante la smentita arrivata ore dopo dallo stesso capo della Casa Bianca. La scorsa settimana era stata la Lega a sollevare la questione al termine delle comunicazioni del presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo, dedicato proprio alla crisi ucraina.
Il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo aveva proposto un suggerimento a Mario Draghi: "Le chiediamo di usare in alcune circostanze toni più pacati. In qualche occasione sono stati percepiti toni belligeranti o percepiti come tali. Pensiamo che l'opinione pubblica vada rassicurata. L'Italia ha una tradizione di diplomazia di primissimo piano che va tenuta in considerazione", aveva detto.
Oggi Ignazio La Russa ha rilanciato il tema. Netto il giudizio del vicepresidente del Senato: "Non ho parole di plauso per il modo in cui Biden e lo stesso Draghi hanno esagerato nell'indicare Putin non solo come nemico, e ci sta, non solo come aggressore, e si deve indicarlo come tale, ma come mostro da mettere all'angolo. Questo è molto pericoloso - ha spiegato il parlamentare di Fratelli d'Italia - perché può costringere il nemico a gesti inconsulti. E quindi fargli temere che vi sia un obiettivo diverso da quello di avere un'Ucraina libera". Per La Russa, sono semmai i russi a dover "decidere al loro interno che cosa fare di Putin. Non tocca a noi decidere il futuro della Russia, a noi tocca decidere il futuro dell'Europa, dell'Ucraina, dell'Italia e del resto dei Paesi europei".
Sulla stessa linea è Emma Bonino, senatrice leader di Più Europa. "Da capi di Stato bisogna meglio scegliere le parole e non interferire troppo su altre iniziative. La cosa migliore che possiamo fare, invece di sparare parole inusuali, è far si' che l'indagine, già avviata dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e contro l'umanità condotti dalla Russia in Ucraina funzioni, per vederne i risultati". Pier Ferdinando Casini, che a Palazzo Madama fa parte del gruppo Per le Autonomie, consiglia a tutti "un po' di cautela" e nel riavvolgere il film delle ultime settimane fornisce una lettura inedita dell'uscita del presidente Usa contro Putin.
"Adesso tutti condannano le frasi di Biden su Putin e con grande saccenza spiegano agli americani qual è la postura giusta. Ma se quella frase così criticata fosse un messaggio in codice indirizzato proprio al leader russo nell'ambito di comunicazioni cifrate tra le due potenze, che noi non riusciamo a comprendere?" Nella sua analisi, l'ex presidente della Camera ricorda che ben prima dell'inizio delle ostilità "mentre noi europei con atteggiamento sicuro affermavamo che i russi mai avrebbero invaso l'Ucraina, gli americani da giorni ce lo avevano preannunciato in modo chiaro e documentato". Ancora prudenza, dunque.