AGI - Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, esce tutto sommato "soddisfatto" dalla due giorni di vertici a Bruxelles. Nelle conclusioni del Consiglio europeo sull'energia è "stato tenuto il punto sulle misure già adottate dall'Italia" e "l'aiuto americano all'Europa" con il gas naturale liquefatto (Gnl) darà una spinta per la diversificazione. Anche quella italiana già ben avviata. Draghi ha annunciato che "un piano dettagliato sarà presentato al Paese entro un paio di settimane".
Tra le misure discusse al Consiglio, già adottata all'Italia, vi sono "il sostegno alle famiglie, il sostegno alle imprese, per mitigare gli effetti dell'aumento dei prezzi del gas e dell'elettricità.
La tassazione dei profitti in eccesso, dei profitti straordinari, fatti della società produttrici che commercializzano l'energia elettrica. E anche la possibilità di mettere un tetto al prezzo del gas", spiega il capo del governo al termine del lungo summit. Draghi riconosce che, per quanto riguarda il price cap, ci sono delle resistenze.
Ed è facile comprenderne le ragioni. "Non facciamo le stesse previsioni su quello che succederebbe dopo la fissazione di un tetto. Un tetto viene fissato, anche perchè funzioni, a un prezzo a cui un venditore trova ancora conveniente fornire gas. E per esempio il tetto che noi abbiamo fissato per le rinnovabili, qualche settimana fa, è più che remunerativo per le società che producono rinnovabili". Non si può dire lo stesso per i fornitori norvegesi che portano gas ai Paesi del Nord Europa. "I profitti del governo della Norvegia sono stati 150 miliardi di dollari in questi ultimi mesi, per un Paese di 5 milioni di abitanti. Quindi questo dimostra l'entità straordinaria dei profitti e spiega anche la loro resistenza a un price cap che finirebbe per diminuire ma tutt'altro che annullare i loro profitti", ha spiegato Draghi.
Tornando alla diversificazione, sarà utile l'aiuto promesso da Biden. "La prima misura è di 10 miliardi di metri cubi di gas liquido", che arriverà "a 50 miliardi l'anno entro il 2030". Ma serviranno dei rigassificatori per poterne approfittare appieno. "Le speranze di una diversificazione che proceda con una certa rapidità ci sono", ha assicurato il premier. "I progressi saranno significativi e anche rapidi per le prime quantità: noi riusciremo a diversificare rapidamente fino al 30, al 40, al 50%. Poi invece, man mano che ci avviciniamo al 100%, diventerà sempre più difficile", "penso che entro un paio di settimane saremo in grado di presentare al Paese un piano di diversificazione dettagliato", ha annunciato Draghi.
Nel frattempo, però, l'ex presidente della Bce conferma che la richesta di Putin di pagare in rubli "viene considerata una violazione dei contratti esistenti che specificano che il pagamento debba essere in euro e in dollari" e che "non ci aspettiamo una riduzione delle forniture".
Alla radice di questi sconvolgimenti c'è però una guerra che va ancora fermata. "Noi stiamo cercando la pace, io la sto cercando veramente. Gli altri leader europei, come i francesi e i tedeschi in particolare, la stanno cercando. Hanno avuto e avrò anch'io colloqui con Putin: questa è dunque la prima cosa importante da tenere a mente. Non siamo in guerra perchè si segue un destino bellico. Si vuole la pace prima di tutto", insiste Draghi che assicura: "Devo dire che gli sforzi fatti da Macron, da Scholz, e poi anche da me, di poter parlare, che non hanno prodotto niente ma sono necessari comunque. Perchè il giorno in cui questa volontà cambierà, noi saremo li'".