AGI - Un altro congedo, questa volta davanti agli ambasciatori italiani, e un discorso che puo' considerarsi un lascito per la politica estera italiana ed europea. Sergio Mattarella saluta "in questa ultima occasione" le feluche italiane riunite alla Farnesina e consegna la sua analisi e i suoi consigli, valutando che sono mutati gli equilibri tra le grandi potenze, con un Occidente in declino e la necessità di maggiore protagonismo della Ue.
Un protagonismo emerso durante la pandemia che va ora consolidato e rafforzato con una politica di difesa, sempre a fianco degli Usa, sempre "più rilevante" nella Nato. Se tre giorni fa parlando davanti agli ambasciatori stranieri aveva sollecitato maggiore cooperazione internazionale, ora parlando ai nostri rappresentanti nel mondo il Capo dello Stato rende onore ai passi avanti della Ue.
Il covid "ha messo in luce la vitalità e il valore aggiunto della costruzione europea, che ha saputo coordinare le risposte degli Stati membri, evitato una chiusura totale delle frontiere nazionali, unito le risorse europee e nazionali per finanziare la ricerca e l'acquisto di vaccini".
E con il Next Generation "è riuscita a costruire un'articolata risposta ai devastanti effetti economici e sociali della crisi" con una "azione comune, frutto di una scelta lucida, nata dalla consapevolezza che i destini e gli interessi degli europei sono strettamente intrecciati tra loro".
Ma la Ue non deve perdere la sua strada. "La coesione fra le democrazie liberali rimane priorità", dice il Capo dello Stato, per il quale "è essenziale" "la difesa dei valori liberal-democratici e dello Stato di diritto all'interno del nostro Continente e fuori di esso", a cominciare "dal primato del diritto comunitario".
E questi "sono valori che vanno praticati e vissuti, sia attraverso il rafforzamento del carattere irreversibilmente democratico della cittadinanza europea, sia nella gestione delle crisi di fronte alle quali si trova la Ue. L'atteggiamento di 'fortezza Europa' che con scarso rispetto dei diritti umani alcuni manifestano, non corrisponde alle ambizioni di questa Unione europea" sferza il Presidente. Che compie un'analisi più ampia degli equilibri mondiali.
La nostra epoca, "vive adesso la fase del definitivo tramonto del bipolarismo e dell'indebolimento della preminente rilevanza dell'Occidente, con l'avvento di un mondo nuovo, multipolare, in un contesto di rapporti economici fortemente globalizzato". E la pandemia "ha contribuito a evidenziare le contraddizioni del processo in atto" con "lo stesso concetto di globalizzazione che appare in discussione".
Dunque per Mattarella "si prospetta un futuro in cui il posizionamento nell'economia mondiale dei singoli Paesi - o, nel caso europeo, di gruppi di Paesi - e il ruolo delle imprese transnazionali e globalizzazione convivranno in un equilibrio mutevole destinato a condizionarne anche il grado di indipendenza e di libertà d'azione. Mutamenti di ordine strutturale che incideranno profondamente sul modello europeo di "economia sociale di mercato", già posto a dura prova nei passati decenni".
Inoltre "il baricentro politico ed economico sembra progressivamente spostarsi dall'Atlantico al Pacifico: l'Europa - e la stessa Africa - devono interrogarsi sul loro futuro", ma "il XXI secolo non deve essere vissuto con la rassegnazione di una ineluttabile marginalizzazione dell'area europea".
"Per tradizione consolidata, per cultura, per valori, per legami umani e per impianto istituzionale - assicura il Presidente -, Usa e Ue si troveranno sempre fianco a fianco. Anche per questo, la scelta di spostare gradualmente il baricentro delle politiche degli Stati Uniti verso il Pacifico impone un'assunzione di responsabilità sempre più diretta da parte degli interlocutori europei" come chiesto anche da Washington.
E allora "nel quadro di un rapporto equilibrato, l'Europa è chiamata a svolgere un ruolo più rilevante nella definizione della strategia dell'Alleanza Atlantica. Lo sviluppo di una capacità di difesa da parte dell'Unione Europea rappresenta un tassello essenziale del necessario percorso di autonomia strategica".
Infine il ricordo di Luca Attanasio, il giovane ambascitore italiano ucciso in Congo: "Desidero, in questa sede, fare memoria dell'ambasciatore Luca Attanasio, ucciso insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all'autista Mustapha Milambo nella Repubblica Democratica del Congo. Un esempio di chi aveva messo la propria italianità a servizio della causa dell'umanità", ha aggiunto il Capo dello Stato, ringraziando i partecipanti per "professionalità, dedizione e affermazione dei propri valori iscritti nella Carta costituzionale, a cominciare dalla pace e dalla cooperazione internazionale". Un ringraziamento ricambiato con una standing ovation delle feluche e con le parole del Segretario generale della farnesina Ettore Sequi e dello stesso ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ha sottolineato lo "straordinario contributo" del Presidente che ha dato "lustro e prestigio" all'Italia nei consessi internazionali.