AGI - Il lockdown è finito, ma alcuni dossier camminano a rilento. Troppo per il Partito Democratico che ora chiede al presidente del Consiglio una "svolta" nell'azione di governo. Lo fa il segretario Nicola Zingaretti e, con lui tutto lo stato maggiore del Nazareno.
Dario Franceschini, nella riunione del Consiglio dei Ministri di ieri, ha sottolineato l'urgenza di rivedere i decreti sicurezza, eredità del governo gialloverde. Ieri Zingaretti ha tenuto una riunione con ministri e capigruppo, riferiscono fonti parlamentari, e da quella riunione sarebbe emersa una comunità di vedute sulla necessità di premere per quella svolta di cui il segretario ha parlato anche alla direzione del partito.
Il rischio pantano
"Registriamo che c'è una impasse ormai su troppi dossier", viene sottolineato, "da Alitalia a Ilva passando per i decreti sicurezza da cambiare". Assieme alla consapevolezza di dover cambiare i decreti, tuttavia, c'è anche quella di dover superare le resistenze del Movimento 5 Stelle: "Non vorranno disconoscere un provvedimento che anche loro hanno votato", è pronto a scommettere un senatore dem. L'impegno del capo delegazione, però, suona come un punto di non ritorno.
Decreti Salvini nel mirino dei dem
Il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha chiesto a Conte di portare al più presto le modifiche ai decreti Salvini in Consiglio dei Ministri. E su questo Franceschini ha incassato l'impegno di Conte e il benestare della ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese.
Già la prossima settimana, Conte potrebbe riunire i capi delegazione e la responsabile del Viminale per portare, subito dopo, le modifiche al tavolo del governo. Una presa di posizione accolta con favore anche da quei parlamentari che, negli ultimi tempi, chiedevano di caratterizzare maggiormente l'azione del Pd nel governo: "Conte deve ricordare che è grazie all'azione del Pd, con Paolo Gentiloni, Roberto Gualtieri e Vincenzo Amendola, che l'Italia ha ottenuto risultati in Europa su Recovery Fund e Sure".
I dubbi sugli Stati Generali
La necessità di una svolta, tuttavia, sembra mal coniugarsi con l'appuntamento degli Stati Generali, accolti con una certa freddezza dal Pd. "Non un'idea brillante", aveva detto il vice segretario Andrea Orlando a freddo.
Nel corso dei giorni, però, la linea dei dem si è affinata e il segretario Zingaretti ora benedice la scelta di Conte a patto che non sia una semplice passerella, ma serva davvero a fissare una road map per un Recovery Plan in grado di utilizzare al meglio le risorse europee. A questo, poi, si affiancherà il Piano nazionale per le riforme a cui sta lavorando il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri per arrivare a un pacchetto organico di provvedimenti entro il mese di ottobre.