Tutti l'un contro l'altro armati. A dispetto dei numerosi appelli di Sergio Mattarella all'unità per affrontare la lotta al coronavirus, il terreno della politica appare sempre più un campo di battaglia. Mentre l'epidemia era al suo culmine, il Capo dello Stato aveva invocato "unità e coesione sociali" come "indispensabili" aggiungendo di auspicare "un impegno comune, fra tutti: soggetti politici, di maggioranza e di opposizione, soggetti sociali, governi dei territori".
Nonostante ciò governo centrale e regioni vanno a volte in ordine sparso, il premier e le opposizioni si attaccano senza esclusione di colpi e la stessa maggioranza si è divisa per giorni sulla linea da tenere nel consesso internazionale più importante in questa fase, a Bruxelles, nella trattativa non ancora conclusa per ottenere aiuti comunitari per il contrasto al virus e per la ripresa economica.
Mattarella continua a ribadire il suo appello ovviamente, e anche dietro le quinte non lesina raccomandazioni a tutti gli attori, a cominciare dal governo, per recuperare un clima di unità di intenti, a maggior ragione alla vigilia di un vertice Ue così cruciale, in cui le possibilità di manovra sono ancora in parte da esplorare e il potere contrattuale del governo non viene aiutato da liti interne.
Certamente il Presidente della Repubblica rinnoverà un invito a presentarsi compatti a questo momento cruciale per il Paese in occasione delle celebrazioni del 25 aprile. È ovvio che il Presidente è preoccupato per la ripresa economica italiana e, come è trapelato da tutti i suoi messaggi di queste settimane, anche dalla tenuta sociale del Paese.
Per questo ha preso atto con molto rammarico della rottura tra governo e opposizioni, proprio mentre in Parlamento sono in via di approvazione i decreti che dovrebbero alleggerire il peso economico dell'epidemia sulle famiglie e sulle imprese in attesa della ripartenza.
Una ripartenza che ancora non ha contorni chiari, per la quale sono state messe in campo diverse task force, ultima delle quali quella guidata da Vittorio Colao. Molti hanno indicano il nome di Colao come suggerito dal Quirinale, che però ribadisce di essere stato solo informato preventivamente delle intenzioni del governo ma di non aver contribuito alla scelta.
Di certo un supporto tecnico servirà all'esecutivo per affrontare i difficili mesi della ripresa, se sarà solo un supporto o si trasformerà in una vera e propria supplenza è presto per dirlo e di certo non è intenzione del Capo dello Stato intervenire in un equilibrio così delicato. Saranno i partiti di maggioranza a decidere come e quanto far proseguire l'esperienza del Conte II, sapendo che ci sono passaggi fondamentali alle viste, dalla trattativa in Europa alla manovra finanziaria, e che mancano poco più di quindici mesi all'inizio del semestre bianco, durante il quale il Presidente non può sciogliere le Camere.
Ma quelli legati alla durata del governo sono scenari che non giungono fino al Colle, che come sempre si riserva di intervenire solo se e quando diventasse necessario. Intanto il Presidente è occupato a monitorare le decisioni che via via vengono prese, a tenere i contatti con le istituzioni e le forze sociali e ovviamente ad allungare il suo sguardo fino a Bruxelles.
Lì la prossima settimana si giocherà una partita fondamentale per capire quanto l'Italia sarà messa in grado di fare per recuperare il terreno perduto in questi mesi di lockdown. Più volte Mattarella ha pungolato le istituzioni europee a mettere in campo una potenza di fuoco all'altezza della crisi che attraversa la gran parte del continente, con un atteggiamento solidale e non di egoismo nazionalista. Bce e Commissione lo hanno ascoltato, il Consiglio dei governi è stato finora più sordo, nonostante il fronte comune di Roma con Parigi e Madrid.
C'è chi scommette sul fatto che anche in queste ore, dietro le quinte, il Presidente stia tessendo rapporti diplomatici di alto livello per aiutare l'Italia a non restare isolata in Europa. Di certo Mattarella auspica che anche il Consiglio Ue, giovedì prossimo, possa varare misure comuni adeguate per vincere la sfida contro il virus.