(AGI) - Milano, 6 set. - Lasciare da parte le ideologie peradottare un approccio scientifico al tema della caccia: e' lascommessa che associazioni venatorie e associazioni ambientali,prima fra tutte Legambiente, fanno assieme alla festadell'Unita' dove si e' svolto oggi l'incontro moderato daldirettore dell'Unita', Erasmo D'Angelis. All'incontro hapartecipato Osvaldo Veneziano di Arcicaccia, il responsabileper la biodiversita' di Legambiente Antonino Morabito, GianlucaDall'Olio della Federazione Italiana della Caccia, GiampieroSamurri, presidente Ferderparchi ed Ermete Realacci, presidentedella Commissione Ambiente della Camera. "E' una foto di gruppo importante quella che c'e' quioggi", ha detto Realacci: "rispetto chi e' contrarioall'uccisione di animali , ma la bussola deve essere lagestione degli equilibri ecologici e l'interesse del Paese. Il mondo venatorio deve tornare a parlare con una solavoce. Se si arrivasse a un referendum contro la caccia sappiamobene che la grandissima parte dell'opinione pubblica sarebbecontro la caccia. Sappiamo altrettanto bene che c'e' una partedel mondo venatorio che e' parte del Paese. Non penso adalleanze solo con Legambiente, ma anche con Slow Food, adesempio. C'e' un'idea di Italia fatta di territori, di persone, dicoltura che non fa parte del passato, ma e' un ossaturadell'Italia e ance dell'Expo. Se non si guarda a quell'Italianon si capisce la forza del Paese". Per questo Realacciannuncia: "Domani presentero' una interrogazione al ministerodell'ambiente per individuare una persona che affronti il temadella proliferazione dei cinghiali dei parchi, cosi' da trovareuna soluzione complessiva al problema". "Dobbiamo lasciare le ideologie al passato. L'attenzionealla filiera alimentare e' segno di un modo che sta cambiando eil nostro impegno deve essere mettere intorno a un tavolointeressi diversi per l'interesse generale del paese. Se, comeassociazioni venatorie, rimaniamo nella logica dellecorporazioni rimaniamo zavorra. Dobbiamo pensare a tavoli checomprendano la diversita', pensando all'interesse generale delpaese. Per responsabilita' anche di Arcicaccia", hasottolineato ancora Veneziano, "il mondo venatorio ha sbagliatola sua collocazione esaltando l'aspetto ludico dell'attivita'venatoria. Ma l'aspetto ludico e' un aspetto del tuttoindividuale. Al centro dobbiamo mettere il val ore di alcunecarni al servizio del paese. Una risorsa sommersa del Paese cheva messa al servizio dell'economia del paese stesso. Un'idea,per esempio, sarebbe quello di abbinare i vini alle carni diquesti animali che puo' diventare, forse, un patrimonio di queiterritori. Questo primo appuntamento puo' essere l'inizio diuna riconciliazione: di questo ringrazio l'unita' e la Festadell'Unita'". Antonino Morabito, responsabile biodiversita' diLegambiente, sottolineando come rispetto a un secolo fa "c'e'un raddoppio del verde rispetto nel nostro Paese", hasottolineato che "l'Italia porta un patrimonio di biodiversita'in Europa. La sfida di oggi e' la gestione e la cura della casacomune, una sfida ecologica e sociale prima ancora cheeconomica. Preso atto che molte conseguenze della crisieconomica provengono dalla crisi ecologica", ha aggiuntoMorabito, "occorre rimettere la seconda sfida al centro.L'ecologia e' una scienza non una ideologia ed e' quindiinteresse generale cercando di mettere insieme le diversita'per affrontare una strada comune. Parlare di animali porta uncarico forte di empatia rispetto agli esseri piu' indifesi.Queste componenti spostano il confronto e il dibattito sullaemotivita', che non va cancellata, ma riportando al centro lascienza, l'ecologia. Alcune specie, come i predatori, sonocresciuti con un indice sempre piu' alto rispetto alla speciepreda. Non basta introdurre piu' cinghiali e caprioli a metterein salvo il lupo. Scientificamente questo non avviene. Noivogliamo come componenti di questa famiglia italiana metterci adisposizione", ha concluso Morabito". "Alcune delle problematiche che abbiamo di fronte come lagestione della specie aliene, la seconda causa di perdita dibiodiversita' del mondo, richiede un approccio avulso daqualsiasi ideologia", avverte il presidente di FederparchiGiampiero Samurri: "Abbiamo il dovere di intervenire conrazionalita'. Ci vuole razionalita' su temi come la gestionedel cinghiale, un problema in tutti i territori e soprattuttonei parchi. Il cinghiale e' una specie che si puo' gestire. Conl'unione di questi mondi e' possibile trovare una sintesi". Gianluca Dall'olio di Federazione Italiana della Caccia, sidomanda "quale contributo da' il ministero dell'agricoltura aquesta cultura" ed auspica "un allontanamento delle tematichedella caccia dal ministero dell'agricoltura e un avvicinamentoa quello dell'ambiente. La scommessa importante e' avere unadiversa unita' delle associazioni venatorie. Libera caccia adesempio ha sparato a zero sull'intesa che abbiamo cercato conLegambiente, dicendo che ci stavamo suicidando e proponendo unapproccio di estrema destra, da celodurismo che e' sbagliato amio modo di vedere". (AGI).