(AGI) - Roma, 5 ago. - Frenata sulle pensioni: dei medici, deiprofessori universitari, di quelle della scuola toccate dalla"quota 96". Il governo lo annuncia di prima mattina, attraversoil ministro Marianna Madia che entra in commissione affaricostituzionali del Senato mentre si passa al vaglio il decretosulla pubblica amministrazione. "Ci saranno quattro emendamenti soppressivi", preannuncia.Detto fatto: dalla commissioni esce un provvedimento ritoccatosu una serie di punti delicati (alla fine sono tre). Vienecancellata la cosiddetta 'quota 96' (che dava il via libera acirca 4mila pensionamenti nella scuola) e sparisce il tetto dei68 anni per il pensionamento dei professori universitari e deiprimari. Tornano, infine, le penalizzazioni per chi va inpensione a 62 anni. Ora si va in Aula che, in omaggio ai ritmi di lavorogaloppanti tenuti in questi ultimi giorni, alle 20 procedera'con la discussione generale per passare alle votazioni nellamattinata di domani. Sara' anche questo un passaggio rapido: lostesso ministro Madia ha lasciato intendere con pochi giri diparole che si procedera' con regolare richiesta di voto difiducia (la 18ma posta dal governo sin dalla sua nascita) e siandra' oltre, con la ripresa dell'esame delle riforme. Scontente le opposizioni, in particolare Sel: "Il Governodei soli annunci ha colpito ancora: per i lavoratori dellascuola 'quota 96' si allontana di nuovo il sacrosanto dirittodi andare in pensione". Ma anche Forza Italia non e' per nullaconvinta: una decisione "vergognosa in cui vince laburocrazia". Peculiare il fatto che i mugugni arrivino anche dauna parte dei deputati del Partito Democratico. In settechiedono al governo di ripensarci, anche loro parlando divittoria dei freddi numeri della burocrazia sul buon senso. Matteo Renzi, intanto, si esprime per interviste. Neconcede una a "La Repubblica" che ha tutta l'aria di volerpreparare la campagna di settembre. "E' vero la ripresa e'debole. Ma non siamo messi male e il prossimo non sara' unautunno caldo", rassicura, "La Troika non arrivera' e se mai cifosse bisogno di una manovra, non imporremo nuove tasse. Ecomunque rimarremo sotto il 3% nel rapporto deficit/pil". Laparola d'ordine sembra essere 'serenita'".(AGI)