Chi è Marco Zanni, l'ex M5s passato alla Lega scelto da Salvini per trattare con Von der Leyen

A lui il vicepremier ha affidato la preparazione del cammino in Europa del Carroccio, che il segretario avrebbe voluto portare a diventare "partito egemone", nella 'nuova' Unione europea.

marco zanni lega salvini 
Youtube
Marco Zanni

Classe 1986, entrato nella Lega da un anno e due mesi, l'ex M5s Marco Zanni è l'europarlamentare cui Matteo Salvini ha affidato la preparazione del cammino della Lega, che il segretario avrebbe voluto portare a diventare "partito egemone", nella 'nuova' Unione europea.

Nominato l'11 marzo responsabile Esteri del partito dal consiglio federale del movimento, Zanni ha lavorato in Banca Imi, dopo gli studi bocconiani. Sono note le sue posizioni personali contro la moneta unica, della cui introdizione ha sottolineato più volte i "danni".

Originario di Lovere, sul Lago d'Iseo, nella Bergamasca, entra in politica nel 2014 e viene eletto nelle fila M5s a Strasburgo grazie al sostegno dei compagni di partito, i lombardi Stefano Buffagni, attuale sottosegretario gli Affari regionali, e Dario Violi (quasi 17mila nella circoscrizione Nord Ovest).

L'addio ai Cinque Stelle

Ma la sua permanenza nel gruppo dei pentastellati dura poco meno di due anni e otto mesi: nel gennaio del 2017, lascia il Movimento in polemica con l'avvio del dialogo tra M5s e i liberali dell'Alde. Prima entra come indipendente nel gruppo cui aderisce la Lega a Strasburgo (Europa delle nazioni e delle libertà) e dal 15 maggio del 2018 è arruolato nel partito di via Bellerio. 

Rieletto il 26 maggio scorso nelle fila della Lega, ottiene poco più di 18 mila preferenze. In rappresentanza del partito di via Bellerio, viene poi eletto, il 13 giugno, capogruppo del nuovo gruppo sovranista in Europarlamento, 'Identità e democrazia', il quinto gruppo europeo per numero di deputati. Da allora ha condotto la trattativa leghista sulle nomine Ue, con la Lega che, però, è rimasta a bocca asciutta.

Ma la partita non è ancora chiusa: fondamentale sarà il nodo dell'indicazione del commissario italiano e la decisione di Salvini se appoggiare o meno la candidata popolare tedesca alla presidenza della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen. E i due nodi potrebbero anche intrecciarsi.



Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it