E’ una Mara Carfagna agguerrita quella che è insorta mercoledì in Aula a Montecitorio attaccando il premier Giuseppe Conte e il governo. Nella sua interrogazione al premier sulla Libia, la vice presidente della Camera è sbottata: “I partner di governo all'estero giocano con la faccia dell’Italia. C'è chi gioca con la Russia, chi con Visegrad, chi con la Cina o il Venezuela di Maduro, c'è perfino chi ha giocato con i gilet gialli in Francia. Questo governo per la prima volta ha messo in discussione la nostra appartenenza all'Alleanza atlantica e all'Ue. Non si capisce più da che parte sta l'Italia. Tutto ciò ha ricadute concrete nella vita degli italiani, perché significa meno credibilità, meno investimenti, meno posti di lavoro, meno occasioni di sviluppo e di crescita”.
Poi si è rivolta direttamente al Movimento 5 Stelle citando la Tav: “Avete perso l’anima. Per carità di Dio, mi raccomando, la poltrona non perdetela. Su quella siete ben abbarbicati“.
Sembrano lontanissimi i tempi di Miss Italia (nel 1997) e dei programmi tv in cui la Carfagna lavorava come soubrette: Domenica In, Piazza Grande, La domenica del villaggio. Il diploma di ballo e gli anni di studi di recitazione sono stati accantonati, la laurea in Giurisprudenza ottenuta con votazione 110 e lode no: oggi Mara Carfagna si occupa solo di politica.
Lo fa dal 2004 quando a 29 anni (è nata a Salerno il 18 dicembre 1975) si mise a capo del coordinamento del movimento femminile Forza Italia in Campania. Nelle elezioni politiche del 2006fu eletta alla Camera dei deputati nella lista di Forza Italia, ricoprendo l'incarico di Segretario della Commissione Affari Costituzionali. Una vittoria che destò polemiche per via del suo celebre passato. Si ricandidò alle elezioni del 2018 e dall'8 maggio 2008 al 16 novembre 2011 fu ministro per le Pari Opportunità nel Governo Berlusconi IV.
Da allora ha sposato soprattutto battaglie di genere. Durante il mandato si è fatta promotrice della legge che nel 2009 istituì il reato di stalking. Nello stesso anno lancò “Nessuna differenza”, la prima campagna realizzata da un governo italiano contro l’omofobia, scusandosi per aver rifiutato il patrocinio al Gay Pride nel 2008 e per le dichiarazioni fatte due anni prima quando aveva detto: “Non c'è nessuna ragione per la quale lo Stato debba riconoscere le coppie omosessuali, visto che costituzionalmente sono sterili. Per volersi bene il requisito fondamentale è poter procreare”.
Alle regionali del 2010 fece incetta di voti in Campania così come al al Consiglio comunale di Napoli nel 2016. Da marzo 2018 è vicepresidente della Camera e da poche settimane coordinatrice nazionale di Forza Italia. Intanto continua a occuparsi di diritti delle donne. Quest’anno ha promosso l’emendamento al Codice rosso che introduce il reato di matrimonio forzato e istituisce un fondo per le famiglie affidatarie di orfani di femminicidio. E, insieme a Laura Boldrini e Maria Elena Boschi, ha portato avanti la battaglia bipartisan perché la norma sul revenge porn fosse approvata a Montecitorio.
Tra le controversie più note che la riguardano c’è quella del 2008 sulle intercettazioni da cui sarebbe emersa una relazione sessuale tra l’ex ministra e l’allora premier Silvio Berlusconi. Lei ha risposto con querele (a Paolo Guzzanti per alcune dichiarazioni rilasciate a Repubblica), poi ha tirato dritto per la sua strada. Oggi Mara Carfagna sente di avere molto da dire e non esita a farlo sui social, dove è attivissima, e in Aula, bacchettando indirettamente anche il vicepremier Matteo Salvini.