Dopo il flop in Sardegna, Di Maio accelera la riforma del partito

Il deludente risultato raccolto in Sardegna è l'occasione giusta per far partire la riorganizzazione del M5s. Il vicepremier ha annunciato "novità importanti"

Dopo il flop in Sardegna, Di Maio accelera la riforma del partito
 Afp
 Luigi Di Maio

M5s incassa il flop alle Regionali in Sardegna e per uscire dall'angolo punta ad accelerare sulla riorganizzazione del Movimento. Luigi Di Maio stavolta commenta soltanto dopo poche ore il risultato sardo, non sapendo ancora se i 5 stelle saranno o no il primo partito nell'isola. Di certo, secondo quanto si apprende in ambienti parlamentari 5 Stelle, l'obiettivo è di dare il prima possibile un segnale concreto al popolo pentastellato per voltare pagina e radicare di più il Movimento sul territorio. Oltre a sostenere che "per il governo non cambia nulla".

Cosa potrebbe cambiare

Ed è così che il capo politico - che qualche dissidente vorrebbe mettere in discussione ma che ai piani alti viene 'blindato' - mentre arrivano i risultati annuncia che già "tra domani e dopodomani ci saranno novità importanti" per quanto riguarda l'organizzazione del Movimento. Secondo quanto viene riferito all'AGI, infatti, partiranno a breve - forse già oggi appunto - le votazioni online per far decidere gli iscritti sul nuovo assetto del Movimento 5 stelle. Si voterà sui temi cruciali che potrebbero cambiare a 360 gradi la natura di M5s: intanto, la deroga ai 2 mandati quando si tratta di incarichi locali. In questo caso, viene spiegato da esponenti parlamentari 5 stelle, la possibilità potrebbe essere non solo la deroga ai mandati dei consiglieri comunali ma, viceversa, tra le ipotesi potrebbe esserci anche che chi è stato parlamentare per due mandati possa poi candidarsi a livello locale come consigliere comunale o sindaco. 

C'è poi la definizione di una struttura verticale, da non chiamare 'segreteria politica' ma che molto le potrebbe somigliare, per suddividere responsabilità e tematiche e avere così dei referenti precisi su temi precisi. Un modo per evitare che il 'potere' sia tutto accentrato nelle mani di Di Maio anche se, viene sottolineato in ambienti M5s, i nomi dei referenti saranno comunque individuati dallo stesso Di Maio per quanto poi votati dalla Rete. 

Infine, ci sarà il delicato punto dell'apertura alle liste civiche su cui esponenti anche critici, come il deputato 5 Stelle Luigi Gallo, si dicono anche d'accordo a patto che - ribadisce Gallo che ricorda il post di sabato pubblicato su Fb - le decisioni non arrivino dall'alto; e soprattutto che non si arrivi assolutamente ad un'alleanza locale con la Lega. Apertura che però, viene riferito all'AGI, non potrà essere già messa in atto al prossimo appuntamento regionale come quello della Basilicata il 24 marzo ma più probabilmente in occasione delle elezioni in Emilia Romagna in autunno.

Una sconfitta data per scontata

Nonostante il poco confortante risultato sardo, dentro M5s, comunque, si ragiona cercando di vedere il bicchiere 'mezzo pieno'. Intanto, viene sottolineato, perché nel 2014 M5s non si era presentato in Sardegna - in realtà a causa della decisione di Beppe Grillo, che ancora esercitava il ruolo di leader e vietò ai militanti sardi 5 stelle l'uso del simbolo a causa di divisioni interne - e per questo il passaggio da 0 consiglieri a qualunque numero arriverà alla fine, sarà per forza di cose un passo avanti. Secondo, perché la sconfitta in Sardegna era già data quasi per scontata come ammettevano deputati sardi pentastellati conversando con l'AGI una settimana prima il voto e come si intuiva dalla decisione dei big M5s di non battere le piazze sarde, salvo il comizio finale di venerdì scorso di Di Maio a Cagliari. 

Certo, il nuovo crollo - per M5s prima l'Abruzzo e ora la Sardegna - non regala sonni tranquilli a chi già non gradisce la direzione che ha preso il Movimento. Come la senatrice M5s Paola Nugnes, ormai sempre più in rotta di collisione con i vertici, che arriva a mettere in discussione la leadership di Di Maio. Ma Sergio Battelli, deputato 5 stelle nonché tesoriere del gruppo e presidente della commissione Politiche Ue della Camera, replica durissimo via Twitter: "Leggo che la collega Nugnes vorrebbe mettere in discussione la leadership di Luigi Di Maio dopo le Elezioni regionali Sardegna. Un consiglio: affronti e sfati la profezia di Fassino: si candidi lei per guidare il M5s. Non abbiamo bisogno di picconatori ma di visione e proposte". 

In attesa dei risultati definitivi sulla Sardegna, i vertici M5s escludono categoricamente un passo indietro di Di Maio - "non esiste" dicono - o un cambio. E nel mondo parlamentare pentastellato si tende a considerare già archiviate le amministrative considerando le Europee del 26 maggio "il vero test politico su cui misurarsi" che, confidano in M5s, "ci farà avere quasi lo stesso risultato delle Politiche". 



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