Un'assemblea in origine priva di temi sensibili, che si è trasformata in un confronto aspro tra sostenitori e oppositori di Luigi Di Maio e del governo giallorosso in generale. È accaduto oggi pomeriggio a Palazzo Madama, quando una riunione convocata per definire le procedure per le candidature a capogruppo in sostituzione del neoministro Stefano Patuanelli ha visto deflagrare la dialettica tra le varie anime del movimento sulla questione della leadership, della democrazia interna e dell'alleanza col Pd.
Una parte dei "malpancisti", infatti, già sul piede di guerra dopo l'avallo di un esecutivo assieme ai dem ed esacerbati dalla scissione renziana, ha proposto di modificare lo statuto di M5s, in modo da sostituire alla figura del capo politico un comitato di dieci persone elette. Una gestione collegiale che i fautori della proposta hanno asserito di voler introdurre promuovendo una raccolta firme che solleciti la revisione dello statuto.
I senatori più vicini a Di Maio, da parte loro, hanno fatto presente che ogni revisione statutaria deve essere avallata dagli attivisti sulla piattaforma Rousseau, e non è mancato chi ha fatto presente che la riorganizzazione voluta da Di Maio e già approvata online - che prevede una squadra di "facilitatori" che affianchino la leadership - va proprio nella direzione di una maggiore collegialità.
A supporto della propria richiesta di collegialità, gli oppositori dello status quo hanno chiesto poi l'intervento del garante Beppe Grillo, che a loro avviso dovrà dirimere la questione della modifica dello statuto. Le modalità della proposta hanno inevitabilmente sollevato i toni dell'assemblea, che ha lasciato delle scorie polemiche per tutto il pomeriggio.
Tra i più attivi, il senatore Michele Giarrusso, che ha rivendicato le critiche di poca democrazia interna rivolte a Di Maio nel corso dell'assemblea, mentre il presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra, ha tentato di smorzare le polemiche su Twitter, sottolineando che non si è trattato di nessuna lite ma di un semplice "esercizio di democrazia".
Il sale della #democrazia è il confronto, il dibattito in cui tutti posson dire la loro venendo ascoltati.
— Nicola Morra (@NicolaMorra63) September 24, 2019
Se #M5S si confronta, per alcuni media diventa in automatico lite e baruffa, mentre in verità è stato solo esercizio di #democrazia aperta a #collegialità e #condivisione.
La senatrice e questore Laura Bottici, al termine della riunione, ha difeso Di Maio, ricordando che "Luigi in questi ultimi anni ha portato il movimento a vincere le elezioni nel 2018" e che "ha dovuto affrontare decisioni importanti, prendendosi oneri e onori". Per la Bottici sarebbe opportuno, in questa fase, sostenere il processo di riorganizzazione messo a punto da Di Maio che prevede l'introduzione dei facilitatori, sia a livello nazionale che locale. (
Resta però sul tavolo la questione più ampia delle divisioni interne al movimento e dell'inquietudine degli anti-Pd, ora alle prese anche con una per loro pesantissima coabitazione in maggioranza con Matteo Renzi.
Gianluigi Paragone, pur ribadendo la propria contrarietà alla svolta giallorossa del leader e forte del mancato voto di fiducia all'esecutivo - interpellato dall'Agi - ha però tenuto a escludere decisamente la possibilità di promuovere una scissione "a destra" dal movimento, scegliendo la strada dell'ironia: "Faccio fatica a organizzare la mia vita personale - ha detto - figuriamoci se ho voglia di organizzare una scissione. Se qualcuno si affida a me per la scissione sta messo male...".
Quanto alla questione per la quale era stata originariamente convocata l'assemblea di oggi, è stato stabilito che le candidature a capogruppo a Palazzo Madama dovranno pervenire via mail entro la fine di settembre, seguite un paio di giorni dopo dall'indicazione del direttivo.
L'obiettivo è quello di eleggere il nuovo capogruppo per il 9 ottobre, in tempo utile per presentarlo alla kermesse "Italia a cinque stelle", in cui si festeggerà il decennale del movimento, prevista a Napoli il 12 e 13 ottobre. Più avanzata la pratica a Montecitorio, dove In queste ore hanno ufficializzato la propria candidatura a capogruppo alla Camera Francesco Silvestri e Anna Macina.