Ogni giorno come fosse l’ultimo. “Governo alla resa dei conti” titola il Corriere della Sera in apertura di prima pagina. Ma è un’attesa che si ripete ormai da giorni. Tanto che il viceministro alle infrastrutture Rixi, leghista, in un’intervista sulle stesse colonne si lascia andare a questo sfogo: “Basta con questo Vietnam. I Cinque Stelle pensano che si possa governare così?” Vietnam, dunque guerriglia. Questo evoca il termine.
Il giorno della resa dei conti è vicino? Per il quotidiano di via Solferino la data precisa è il 20 maggio, giorno in cui è fissato il prossimo Consiglio dei ministri, “l’unico e ultimo prima delle Europee”. Libero scrive: “Traballando con le 5 stelle”, per dire che Salvini e Di Maio “danzano sperando di essere premiati dai sondaggi ma nei volteggi si pestano i piedi”. Intanto da domani “il M5S vuole calendarizzare alla Camera la proposta di legge sul conflitto d’interessi. Di Maio: “È nel contratto”. Salvini: “Prioritarie altre riforme ”. Forza Italia alza le barricate e conta sulla Lega e sul Pd, che manda avanti le seconde linee a parlare di Casaleggio” preannuncia Il Fatto Quotidiano. Ma sul conflitto d’interessi Il Giornale registra la “frenata” della Lega.
Secondo l’edizione cartacea del quotidiano di via Solferino, dunque, fino al prossimo CdM (20 maggio) o anche al giorno del voto che poi è sei giorni dopo (26) i due alleati si sfidano con le loro battaglie identitarie, che poi si sostanziano in “6 mosse” tra “misure e veleni”. Salvini ha già fissato i paletti: “Si può parlare di acqua pubblica, conflitto d’interessi, ma le emergenze sono altre. La settimana prossima porteremo in consiglio dei ministri il decreto sicurezza, l’Autonomia e la riduzione tasse. Non si può andare avanti coi no: tav no, aeroporto no, termovalorizzatori no”. E attacca: “I rapporti cambiano se non si mantengono le parole date. Io la parola data su altri provvedimenti l’ho mantenuta, adesso spetto che i5Stelle mantengano la parola”. Punto.
Ma i tre dossier sono visti da Di Maio e soci “come fumo negli occhi”. E così “il Movimento prepara le contromosse” si legge nella cronaca. “Con altrettante proposte su lavoro, sanità e famiglia, che tra oggi e domani rischiano di aprire nuovi terreni di scontro con il Carroccio. ‘In questi ultimi 15 giorni voglio che si parli solo di temi e del nostro programma. Abbiamo tante novità da presentare ai cittadini e dobbiamo parlare di contenuti. Non rispondete a chi provoca, pensate al territorio, ascoltate la gente, raccogliamo la voce dell’Italia’, ha ribadito Di Maio ai suoi” promettendo dopo il voto “uno scatto in avanti come Movimento. Cresceremo sul piano organizzativo e strutturale». Vietnam, appunto. Guerriglia.
La priorità per il capo politico del M5S rimane comunque il salario minimo, proposta per altro che i leghisti hanno già respinto, come Pd e Fi, contrari all’idea di “una soglia di nove euro orari”. Poi c’è la sanità in Calabria, l’Albo dei Commissari presso il ministero della Salute e un nuovo criterio di selezione per gli ospedali. Ultimo tassello della contro-strategia pentastellata, “Di Maio vuole spendere il miliardo di euro avanzato dal reddito di cittadinanza in misure di sostegno ai nuclei famigliari” informa ancora il Corriere, che aggiunge questa fotografia della situazione: “Giuseppe Conte si tiene a distanza di sicurezza dalla rissa elettorale tra Salvini e Di Maio, si mostra impegnato sui dossier e lascia che sia il capo politico dei 5 Stelle a vedersela con gli alleati-avversari. La strategia del Movimento, che coincide con quella di Palazzo Chigi, è schiacciare la Lega sempre più a destra, per convincere gli italiani che il M5S è l’unico argine a nazionalismi e sovranismi che puntano a scardinare l’Europa”.
Anche Il Messaggero segnala come data cruciale il CdM della prossima settimana, evidenziando che anche il i rifiuti della Capitale sono oggetto della resa dei conti, con Salvini intenzionato a varare un “Ddl anti Raggi” in materia, che è anche “un messaggio esplicito” alla Sindaca “alla sua linea di veti sugli inceneritori in una Capitale ormai in emergenza cronica sui rifiuti”. Così come il “salva Roma” diventa un’occasione per dare vita a un “asse trasversale per far passare il testo in Aula” e che vedrebbe compattarsi “dai grillini al Pd, da Fi a FdI”.
Ogni pretesto è dunque buono per prendere le misure. E saggiare il terreno. E i rapporti di forza. Da soli o in alleanza. Da qui alle Europee. E oltre… Mentre arrivano modesti segnali o indicazioni dai ballottaggi siciliani. E sulle elezioni, la campagna elettorale, le prove di forza, il clima, le attese, i test, da segnalare lo scambio tra un lettore e il direttore del Corriere nella usuale rubrica del lunedì.