“Renzi ha lanciato un’ottima idea e Zingaretti la sta sviluppando bene e in maniera ferma, preoccupandosi di salvaguardare la coerenza. Io ho fiducia in lui in questo momento. Se parliamo con chiarezza e senza tatticismi non c’è da aver paura” di un effetto-pastrocchio.
Il sindaco di Firenze Dario Nardella non si sente “un tifoso” ma “un sostenitore convinto sì” del nuovo accordo Pd-5Stelle per un governo di colore giallorosso. Ed esplicita il motivo in un’intervista a la Repubblica in edicola: “Perché – dice – consapevole del pericolo a cui andremmo incontro in caso di elezioni anticipate. Un pericolo non per la democrazia ma per l’economia del Paese”. Anzi, più di che di pericolo, Nardella preferisce parlare di “sfida” perché “quando si mette davanti l’interesse del proprio Paese su temi e azioni chiare e trasparenti la gente capisce”.
Tanto che non esclude, “anche se mi sembra prematuro parlarne”, che se nascerà il governo giallorosso si possano ipotizzare intese Pd-5S anche a livello locale: “Più il governo nuovo nascerà su un patto chiaro – afferma -, più sarà facile trarne vantaggio a livello locale” Ma avverte: “Andiamo per tappe. Prima una soluzione nazionale, poi potremo parlare con tranquillità anche delle regionali”.
Poi, nel sostenere che “in quest’anno e mezzo i i 5 Stelle sono cambiati anche se le differenze ci sono, non lo nascondo” e che “oggi loro per primi sono di fronte all’ultima vera prova”, Nardella aggiunge che “su alcuni temi decisivi si possano trovare intese reali e non di facciata, primo fra tutti la riforma delle autonomie”. Perché, sostiene il sindaco fiorentino, sull’autonomia regionale firmata Lega “si è consumato uno degli strappi più profondi nell’alleanza giallo verde ed è su questo che Pd e 5 Stelle possono dimostrare una svolta tematica da proporre agli italiani”.
Nardella dice di averne discusso più e più volte con Renzi, Zingaretti e con i colleghi sindaci e di essersi trovato d’accordo sul fatto che “in Italia l’autonomia è sempre rimasta monca, fin dalla modifica del titolo V della Costituzione”. Perciò “un nuovo governo Pd-5Stelle può ripartire da qui: maggiore autonomia dei Comuni e dei sindaci, che sono la parte più apprezzata della classe politica ma vivono il paradosso di esser eletti direttamente dai cittadini e spesso non poter rispondere di quanto accade nelle loro città perché non hanno competenze e risorse. Io propongo un piano che dia più poteri e risorse ai sindaci su sicurezza, ambiente, burocrazia, fisco, politiche sociali, agenda urbana”.
Ma Nardella andrebbe in un nuovo partito fondato da Renzi? “Non credo che sia all’ordine del giorno. E non sono mai stato d’accordo con un’ipotesi del genere” è la risposta del sindaco, che aggiunge: “C’è una convergenza di interessi delle diverse anime del Pd che porta tutti a guardare ad un governo di legislatura. Renzi e Zingaretti non sono sovrapposti ma complementari”. E “questo può essere un punto di forza” conclude Nardella.