Forza Italia si prepara alla Rivoluzione d'Ottobre
Giovani Toti invoca il rinnovamento. "In 10 anni siamo passati dal 40 al 6%: non possiamo continuare adire che non è andata poi così male"

"Avremo la nostra rivoluzione d'ottobre". Dopo aver evocato Mao Tse Tung quando ha parlato di "bombardare il quartier generale" di Forza Italia, Giovanni Toti, al culmine della kermesse del Brancaccio, scomoda la presa del potere da parte dei bolscevichi guidati da Lenin in Russia, per alzare la posta sulle primarie del prossimo autunno.
Nonostante ciò, nel discorso tenuto di fronte a duemila persone, il governatore della Liguria ha sottolineato ancora una volta che la conquista del Palazzo d'Inverno azzurro non sarà cruenta. Al contrario, punterà sulla forza delle idee di rinnovamento e quindi sul consenso. "Nessuno dica che Toti è contro Berlusconi, qui - ha tenuto a precisare - nessuno è contro Berlusconi. Berlusconi ha costruito non un partito, ma un'era politica, la Seconda Repubblica. Quello che noi chiediamo a tutti, Berlusconi compreso, è di aiutarci a costruire la Terza Repubblica. Non siamo nemmeno qui - ha aggiunto - per dividere nessuno, ma anzi per riunire il centrodestra. La scissione dell'atomo interessa i fisici del Cern di Ginevra".
Nessun intento scissionista, dunque, ma nemmeno indulgenza per un gruppo dirigente che, a suo avviso, sta ignorando la crisi profonda del partito: "In dieci anni - ha detto - con Forza Italia siamo passati dal 40 per cento al 6 per cento e qualcuno ancora dice 'tutto sommato non è andata così male'. Stiamo andando verso lo zero assoluto. Siamo qui perché non possiamo andare avanti così".
Ed è a questo punto che Toti fa partire, come promesso, l'artiglieria nei confronti degli attuali dirigenti: "Dobbiamo tornare ad essere un grande movimento di popolo, ciò che non siamo piu' stati negli ultimi anni. Abbiamo smesso di frequentare il popolo. Indignarsi dalle Maldive, a bordo piscina, per il reddito di cittadinanza, o fare vendemmia con le borse di Chanel, non funziona. Riarrotoliamo le maniche della camicia e torniamo a dare risposte a quel popolo - ha aggiunto -. Questa è la classe dirigente che dobbiamo selezionare".
In quest'ottica, la questione cruciale resta quella delle primarie, che Toti vorrebbe fare e anche in fretta, nutrendo più di qualche dubbio su un'analoga volontà del resto del partito: "La politica è davvero grande passione e non permetteremo a nessuno di uccidere questa grande passione. Io farò le primarie di centrodestra con chiunque le vorrà fare. Mi auguro che Forza Italia le voglia fare per migliorare se stessa e tornare a crescere. Spero che Forza Italia ci sarà. Questo partito se non farà qualcosa, semplicemente scomparirà".
"L'unica cosa che invidio al Pd - ha proseguito - sono le primarie, ma il Pd non ha fatto il bene di questo Paese. Vorrei fosse chiaro che non sto parlando di primarie di Forza Italia ma di primarie aperte a tutti. La classe dirigente del partito deve abituarsi all'idea di convivere in un luogo più largo con più persone. Non possiamo più fare la parte della formica con la Lega che è un elefante".
Parole che hanno suscitato, per il momento, reazioni di segno generalmente positivo all'interno del partito. A partire da quella dell'altra coordinatrice Mara Carfagna, che inizialmente aveva annunciato la propria presenza alla convention, ma che poi ha rinunciato. Carfagna ha plaudito alla vitalità incarnata da Toti, di cui Forza Italia non può che beneficiare, ma ha anche invitato a non indulgere in "personalismi" che invece possono polarizzare e quindi nuocere al processo di rinnovamento del partito. Il primo vero banco di prova ci sarà però martedì prossimo, quando tutti i big del partito si siederanno attorno a un tavolo per iniziare a scrivere le regole del congresso e ad affrontare concretamente il nodo primarie.
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