Matteo Renzi sostiene il progetto di Rinascimento Europeo di Emmanuele Macron. Dopo l'annuncio del 7 marzo scorso, in cui l'ex segretario del Partito Democratico ha annunciato la sua adesione al manifesto Per un Rinascimento Europeo, oggi Renzi pubblica un video in cui si rivolge direttamente ai promotori dell'iniziativa che si sono dotati di un profilo Twitter seguito da oltre 10 mila utenti: "Buongiorno a tutti, vi parlo da Firenze e voglio farvi vedere uno dei simboli della mia città, Palazzo Pitti", dice Renzi nel video: "Un simbolo del Rinascimento, del Rinascimento di Firenze, del Rinascimento dell'Italia".
Dal riferimento storico a quello all'attualità politica il passo è brevissimo: il 26 maggio si vota per le europee e, nella lettura offerta d Renzi, è da lì che dovrà partire il Rinascimento Europeo auspicato da Emmanuele Macron: "Sono con voi e con le persone che hanno risposto all'appello del mio amico, il presidente della Repubblica di Francia Emmanuele Macron. In Francia voi avete all'opposizione nazionalisti e dei populisti. Noi, in Italia, li abbiamo al governo: abbiamo l'amico di Marine Le Pen che è il responsabile della sicurezza in Italia e abbiamo un piccolo gilet giallo come responsabile dell'economia italiana", sottolinea Renzi riferendosi a Matteo Salvini e Luigi Di Maio, "e vediamo quali sono i risultati. Per questo, vogliamo cambiare le cose assieme a voi, assieme alle persone che si sono messe in marcia per una Europa diversa", ha concluso Renzi.
Intanto, domani, il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, vedrà a Torino Stanislas Guerini, delegato generale de La Republique En Marche per l'iniziativa dal titolo "Contro i nazionalismi. Per cambiare l'Europa". Con loro ci sarà anche la Caterina Avanza, stretta collaboratrice di Macron e coordinatrice in Italia di En Marche che Zingaretti ha voluto nelle liste del Pd per le Europee.
Zingaretti vuole un'alleanza in Europa che vada da Tsipras a Macron
Continua dunque il lavoro all'interno del Partito Democratico per arrivare a quella alleanza, dentro il Parlamento Europeo, che nelle speranze dei dem dovrebbe mettere assieme forze di sinistra e forze liberal, un'alleanza che - per dirla con Zingaretti - vada da Tsipras a Macron e che il segretario dem ha voluto rendere plastica con liste che comprendono esponenti di Articolo 1, Giuliano Pisapia ma anche calenda e la stessa Avanza.
Questo, nonostante la scelta di Renzi avesse procurato, solo due mesi fa, un certo allarme nel Pd, piu' per la tempistica che non per il suo contenuto: la firma in calce all'appello macroniano arrivava infatti nel giorno in cui Zingaretti incontrava Frans Timmermans, il candidato di S&D, macro area nella quale è confluito il Pse, alla presidenza della Commissione Europea.
E Macron è tutt'altro che un socialista. Anzi: dal Pse è uscito da anni e non sembra avere intenzione di rientrarvi. Una volta messo in piedi il suo 'En Marche' su scala continentale e aver incassato il suo pacchetto di voti, deciderà chi sostenere. A sentire i protagonisti della vicenda, non c'è alcun braccio di ferro in corso, semmai quella dei renziani è stato un tentaivo "di sostenere una posizione riformista e liberal democratica a sostegno dell'Europa. Senza cedimenti verso posizioni sovraniste presenti anche nella sinistra", come riferito da fonti dem.
Cambiare politica o cambiare i Trattati?
Renzi ha assicurato in questi mesi di voler essere leale con il nuovo segretario, ricordando come lui stesso sia stato vittima del "fuoco amico" di chi, nel Pd, ha sparato contro il quartier generale per tutta la durata del suo mandato al Nazareno. Anche Zingaretti e Timmermans, nell'incontro di marzo, hanno usato toni distensivi: "Credo sia utile e positivo un fronte larghissimo di difesa dell'Europa e delle sue prerogative", ha affermato il segretario dem: "Che lo promuova il presidente francese è positivo, magari lo facesse anche quello italiano... Dentro questo fronte vivono diverse sensibilità che lo arricchiscono. Io punterei sul tema del lavoro, della scuola, della crescita. Non lo vivo come manifesto alternativo ma come contributo di ricchezza", spiega Zingaretti.
A questo, tuttavia, Timmermans aveva agginto di vederla in maniera diversa da Macron, almeno sulla ricetta da utilizzare per salvare L'unione Europea. "Per Macron occorre cambiare la struttura", i trattati. Per Timmermans, al contrario, "occorre cambiare le politiche".
Differenza non da poco, anche perché cambiare i Trattati, comporta rimettere in discussione l'impianto stesso dell'Europa, impresa che, dato il momento storico, potrebbe portare acqua al mulino dei sovranisti No-Euro. La lista dei renziani che hanno firmato l'appello del presidente francese è lunga.
Dopo Matteo Renzi e Sandro Gozi, hanno firmato anche Roberto Giachetti e Anna Ascani, e il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci. Il deputato e capogruppo Pd in Commissione Ue alla Camera, Piero De Luca, dopo la pubblicazione del manifesto di Macron, lo aveva definito una opportunità per "lavorare a un accordo con S&D", ovvero per portare Macron e la sua 'creatura' vicini al campo socialista e democratico.