I fari già sono puntati su quello che succederà mercoledì quando al Senato approderà la discussione sul caso dei presunti finanziamenti russi alla Lega. Matteo Renzi annuncia di voler intervenire dopo l'informativa del premier Conte "e prima di Salvini". Ma per il momento non è previsto alcun intervento del ministro dell'Interno a palazzo Madama.
Per il responsabile del Viminale la linea non cambia. Il 'caso Savoini' non esiste, il partito di via Bellerio non ha preso alcun tipo di finanziamento, si continua a sostenere nel Carroccio. Ma il vicepremier leghista attende di capire piuttosto cosa dirà il presidente del Consiglio. Conte non ha intenzione di lanciare un affondo nei confronti del segretario della Lega ma sottolinerà quanto detto nei giorni scorsi. Ovvero che il Parlamento merita una risposta, che il cosiddetto 'affaire Metropol' è una vicenda seria e quindi non va sottovalutata.
Il premier indosserà i panni del garante delle istituzioni, sosterrà che il governo non può accettare alcun tipo di ingerenze da parte di uno Stato straniero. Ma al di là della ricostruzione che il premier farà in Aula, l'attenzione è legata all'eventualità o meno che Conte e Salvini possano confrontarsi.
Il premier nei giorni scorsi aveva chiesto dei chiarimenti ma il partito di via Bellerio ribadisce la sua estraneità, Savoini non rappresentava la Lega, occorre far lavorare la magistratura, non c'è bisogno di strumentalizzazioni. "Soprattutto da parte di un partito alleato", il 'refrain' degli ex lumbard.
Il Pd intanto attacca: oltre a chiedere che Salvini riferisca sul 'caso Siri' in Commissione Antimafia, reclama una risposta da parte del vicepremier alle Camere. "Perche' Salvini scappa?", sostiene Zingaretti. Sul 'caso Savoini' la tensione resta sempre alta nella maggioranza, anche se il Movimento 5 stelle ha tirato il freno.
"La verita' - afferma un dirigente della Lega - è che questa vicenda è stata costruita ad arte, non tanto da Di Maio quanto da chi controlla la piattaforma Rousseau...". Non c'e' dubbio che l''affaire Metropol' abbia aumentato le distanze tra Di Maio e Salvini. "Se ci sono problemi sul piano politico si possono sempre risolvere ma non posso accettare di essere accusato di essere un trafficante", il messaggio spedito ormai diversi giorni fa dal vicepremier leghista al suo collega.
"Rottura anche dei rapporti personali", fu la sentenza di Salvini da Helsinki. Fonti parlamentari pentastellati riferiscono che un colloquio telefonico tra i due vicepremier c'è stato ma al momento l'ipotesi non trova riscontri, anche perché per ora non c'è alcuna ripresa del dialogo.
E intanto il ministro dello Sviluppo e del Lavoro è tornato sulla vicenda delle intercettazioni di Arata. "Se qualcuno, esterno al governo, ha provato a manipolare le scelte di governo mi aspetto - e lo chiederò alla magistratura - la massima chiarezza. Se qualcuno ha provato a controllare o sabotare l'azione del M5S al governo pretendiamo la massima chiarezza", ha spiegato.