Conte non farà l'esame di inglese, ma ha rinunciato al concorso alla Sapienza?

Ieri il premier in conferenza stampa aveva ammesso del suo concorso, rivelato da Politico.eu, ma secondo il Fatto Quotidiano non ha rinunciato alla cattedra

Conte non farà l'esame di inglese, ma ha rinunciato al concorso alla Sapienza? 
Aris Oikonomou / AFP
 
 Giuseppe Conte

Il 6 settembre Politico.eu pubblica un articolo in cui sostiene che il premier Giuseppe Conte è in corsa per una cattedra di diritto privato all’Università La Sapienza di Roma. Secondo la testata, che ha base a Bruxelles e annovera in redazione alcuni giornalisti Italiani, il capo del Governo lunedì prossimo avrebbe dovuto sostenere sostenere un esame di inglese legale nell'ambito del processo di selezione.

La notizia, rimbalzata subito in Italia, è diventata oggetto di polemica politica, con il Partito democratico all’attacco e che si è conclusa con l’ammissione dello stesso Conte, che ha confermato la notizia come vera, e un dietrofront in conferenza stampa in cui ha detto: "Non andrò a fare l'esame per impegni istituzionali".

Conte non sosterrà l’esame, quindi, ma questo non vuol dire che ha rinunciato alla cattedra e al suo trasferimento dall'Università di Firenze all'ateneo romano. Stando a quanto riporta Il Fatto Quotidiano in edicola.

“La difesa del premier, che ha anche aggiunto di aver fatto richiesta di trasferimento per avvicinarsi al figlio piccolo, evidenzia due elementi. Il primo: Conte afferma che non andrà al colloquio per incompatibilità con l’agenda da presidenza del Consiglio e non per questioni di opportunità o per il pericolo di conflitto di interessi. Il secondo, legato al primo, è che se conte non ritiene incompatibili il concorso e il suo ruolo, può rinunciare alla prova orale di lunedì senza ritirare la domanda per la cattedra, rimandando di qualche giorno la decisione definitiva”.

Dal punto di vista legale non ci sarebbero freni. La commissione ha valutato lo scorso primo agosto la sua posizione senza riscontrare incompatibilità giuridiche tra la candidatura di Conte e la sua posizione. Ma, spiega il Fatto, resta una questione di “opportunità”, dato che “il ruolo lo pone in una condizione diversa rispetto agli altri candidati”. La scelta spetta a lui. In passato è già successo che un politico concorresse ad una cattedra universitaria: Vincenzo Visto e Oliviero Diliberto parteciparono e vinsero due concorsi universitari mentre erano ministri, uno al Tesoro, l’altro alla Giustizia, conclude il Fatto.



Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it