Di sicuro da qui alle Europee del 26 maggio sarà una guerra. Per il momento è solo una battaglia navale per vedere come colpire e affondare l’avversario. O, al più, una partita a scacchi. Tutta tattica. Sta di fatto che dopo il “caso Siri” il livello della conflittualità dentro il governo si è improvvisamente impennato. Tra sospetti e reciproche accuse. Così, come segnala il Corriere della Sera, “Ora Palazzo Chigi teme la crisi”.
E chi la teme di più? Tutt’e due gli inquilini, la risposta, che però in qualche modo la cercano… “’Una mina’, piazzata ad arte sotto le fondamenta del governo. Nell’entourage del premier e al vertice del M5S si parla del ‘sicurezza bis’ come del test o sul quale ‘può cader e il governo’. (…) È l’ultima sfida, l’ultimo tornante. La curva più pericolosa peri gialloverdi, dilaniati su ogni singola scelta. C’ è aria di crisi. (…) L’umore degli alleati è quello che il fuoriuscito Gregorio De Falco ha confidato all’Huffpost: ‘Il M5S fermi Salvini, o ci porterà all’autoritarismo’” si legge nel retroscena. A chi, dunque, la prima mossa per provocarla? Oppure la paura paralizza l’azione?
E mentre il Corriere descrive la mappa dello “stallo gialloverde che frena l’Italia”, nello scorrere i quotidiani si trovano risposte diverse a questi interrogativi. Sta di fatto che “Di Maio accusa la Lega di voler fare cadere il governo e di avere stretto nuovi contatti con Berlusconi. Salvini smentisce” fotografa lo stato dell’arte il quotidiano di via Solferino. E così lo scontro tra Lega e Cinque Stelle “è totale”, anche su sicurezza e conflitto di interessi che i due alleati si scagliano addosso l’un l’altro come frecce infuocate. O avvelenate. Mentre le riforme sono impantanate. “E su sicurezza e conflitto di interessi veti incrociati tra Lega e 5Stelle” titola nelle pagine interne la Repubblica.
L'offensiva di Di Maio per testare la vicinanza tra Salvini e Berlusconi
L’offensiva la lancia per primo Luigi Di Maio. “Una doppia mossa per mettere in difficoltà la Lega, testare la vicinanza di Matteo Salvini a Silvio Berlusconi e rilanciare sui temi del contratto di governo (e dell’ala movimentista). Luigi Di Maio, parlando con i suoi, lo dice chiaramente: ‘Vediamo se la Lega fa sul serio o no’” si legge in un secondo retroscena sul Corriere. Di che si tratta?
Pertanto le truppe di Di Maio si stanno preparando a depositare martedì nella capigruppo di Montecitorio un “pacchetto” composto dalle proposte di legge Macina, sul conflitto di interessi, Dadone, sulle incompatibilità parlamentari, e Silvestri, sui lobbisti in Parlamento per fare “quello che il Pd e la politica non sono mai riusciti a fare in 30 anni di governi”, dicono fonti Cinque Stelle al giornale diretto da Luciano Fontana.
L’accelerazione non è affatto casuale. Perché, come sottolinea la Repubblica in una cronaca “la strategia di attacco alla Lega sembra portare i primi risultati, con i sondaggi che dopo molto tempo danno i 5 Stelle in risalita ai danni proprio dell’alleato”. E in un retroscena, il quotidiano romano racconta gli scontri tra gialloverdi. Con Salvini, intenzionato a portare il suo decreto sicurezza bis già in settimana alla prossima riunione del Consiglio dei ministri, idea che viene però subito stoppata e smontata dal premier “che lascia cadere la richiesta” anche se il capo del Viminale “lo aveva già confezionato, suscitando un coro di no dai grillini”.
Così “i due leader del resto sono impegnati a beccarsi a distanza ormai ogni giorno dalle piazze di tutta Italia”. Non manca poi il fronte delle alleanze. Luigi Di Maio si allarma dopo aver letto su la Repubblica “la notizia della telefonata tra Salvini e Silvio Berlusconi”, che “considera la conferma che quei due tramano alle sue spalle per il post europee”. Così il leader 5 Stelle cerca di disinnescare l’aggancio tra i due rilanciando la legge sul conflitto di interessi, da martedì in calendario alla Camera. E così “lancia perfino un appello al Pd perché la sostenga, attacco al Cavaliere e pesante provocazione all’indirizzo della Lega” scrive la Repubblica.
La sfida del M5s al Pd di Zingaretti
E da quanto riferisce Il Fatto Quotidiano “la norma più forte contenuta nelle tre bozze del Movimento Cinque Stelle è il cosiddetto articolo ‘anti-tycoon’: i titolari (anche attraverso prestanome) di patrimoni immobiliari o mobiliari di oltre 10 milioni di euro – fatta eccezione per i titoli di Stato – non potranno assumere incarichi di governo (nemmeno locale) o nelle Authority. Il testo fa riferimento anche alle partecipazioni superiori al 2% in imprese titolari di diritti esclusivi, monopoli, radio tv, editoria, internet o imprese di interesse nazionale. Chissà come fischiano le orecchie a Silvio Berlusconi. E a Salvini? La sfida lanciata dai Cinque Stelle è piuttosto chiara. Suona così: approvate con noi una legge di cui si parla da decenni oppure vi preoccupate di fare uno sgarbo al vecchio amico di Arcore?” Ma la sfida di Di Maio è doppia, perché “è rivolta anche a Nicola Zingaretti e i suoi: votate una legge con cui il centrosinistra ha fallito l’appuntamento negli anni dell’egemonia berlusconiana?”.
Ma “la risposta dal Nazareno è gelida: ‘La prossima settimana presenteremo il nostro disegno di legge sul conflitto di interessi. I Cinque Stelle appoggi la nostra proposta’” riferisce il quotidiano diretto da Marco Travaglio. Ma La Stampa sul conflitto d’interessi con un titolo esemplifica lo scenario intorno quale ci si arrovella: “M5S mira ai ricchi. Fi: ‘E Casaleggio’”.
Sallusti a Di Maio: Salvini e Berlusconi si parlano ogni giorno
Provocazione o meno, oppure tentativo di saggiare e mettere alla prova l’alleato-avversario, sta di fatto che l’affondo sul conflitto d’interessi non viene preso affatto bene dal berlusconiano Il Giornale, che infatti reagisce per la firma del suo direttore, Alessandro Sallusti in un editoriale dal titolo “I 5 Stelle e leggi contra personam”. Per il quotidiano, infatti, 2Di Maio sequestra Salvini”, “non vuole che parli con il Cavaliere e rilancia il conflitto d’interessi”.
Scrive Sallusti: “L’unica cosa che fa paura a Di Maio è la possibilità che si ricostituisca, a livello nazionale, il Centrodestra, cioè che la maggioranza elettorale possa coincidere con quella politica e, quindi, di governo, come accade in tutte le democrazie”. Secondo il direttore, dunque, “il solo fatto che Matteo Salvini telefoni a Silvio Berlusconi - anche solo per accertarsi personalmente delle sue condizioni di salute - lo fa uscire di testa, al punto da pretendere dal leader della Lega di smentire che ciò sia accaduto in occasione dell’ultimo ricovero del Cavaliere. Siamo al sequestro di persona con annessa minaccia di distruggere Mediaset, e magari anche Mondadori già che ci siamo”.
Ciò che gli fa anche scrivere: “Altro che CasaPound, dilettanti del fascismo confronto a questi gerarchetti. Fascista è limitare le libertà personali, imprenditoriali e politiche in base non a reati ma alle idee. Fascista è usare il proprio potere per intimidire gli avversari politici. Con questa uscita Di Maio svela il suo vero volto illiberale e stupido. Stupido perché è ovvio che Salvini e Berlusconi, governando insieme Lega e Forza Italia decine di grandi comuni e importanti Regioni, parlino, oltre che di salute personale, anche di politica, con un occhio al presente e uno al futuro”.
Perciò consiglia a Di Maio di “cominciare a guardare altrove, per esempio al Pd di Zingaretti, che non vede l’ora di sostituire Salvini come stampella dei Cinque Stelle. Quella sì che sarebbe una alleanza naturale tra parenti dello stesso sangue. Glielo assicuro io, caro Di Maio: Lega e Forza Italia si parlano quotidianamente e molto più in profondità di quanto lei possa immaginare, autorizzati e legittimati dai rispettivi elettori. Se ne faccia una ragione, per il popolo leghista non è più lei il più bello del reame”.
Feltri su Libero teme uno "sposalizio tra grulli e grillini"
Come andrà a Finire? Vittorio Feltri su Libero quotidiano “a fare giustizia saranno le urne tra un paio di settimane. I bulletti di sinistra e i fessacchiotti del M5S si troveranno nello stesso club e tenteranno di costituire una alleanza tra loro e un esecutivo balordo capace di compiere una sciagura. Via Salvini e dentro Zingaretti. (…) Temo uno sposalizio tra grulli e grillini. Giacché i primi in Parlamento hanno il 20 per cento e i secondi il 33. La somma fa 53, bastevole per formare una maggioranza che ci condurrà all’inferno”.
A guardare al traguardo delle elezioni Europee c’è la Repubblica, il cui titolo di apertura recita: “Non passeranno, forse”. A suffragare questa speranza, per il giornale diretto da Carlo Verdelli sono “le grandi manovre a sinistra” che si fanno più febbrili per “un’alleanza contro i sovranisti che vogliono distruggere l’Europa”.
E sulla questione intervista l’ex premier e già leader del Pd Matteo Renzi, che così si esprime: “Zingaretti ha tenuto insieme tutti e questo è un suo merito, oggettivo. Voteranno Pd persone che lo scorso anno hanno votato altro: D’Alema e Bersani votarono Leu, Casini votò la Lista Popolare, Calenda votò la Bonino, persino Prodi non votò il Pd ma una lista creata ad hoc per l’occasione. Tutti costoro “tornano a casa”: si parte da una base che lo scorso anno stava intorno al 25%. Mi sembra che questo obiettivo indicato dal segretario con le primarie sia riuscito. Per il futuro vedremo che cosa servirà ancora. Ma intanto è un inizio”.
Mentre La Stampa a propria volta intervista Silvio Berlusconi, che si appella nuovamente a Salvini per far cadere il governo perché “Matteo è umiliato da Conte”, con riferimento al trattamento impartito al leader leghista “caso Siri”: “I Cinque stelle hanno imposto tutte le loro ricette economiche. Hanno varato, e intendono varare, molti provvedimenti pericolosi per la nostra libertà e i diritti dei cittadini. Salvini non può continuare su questa strada: sarebbe considerato corresponsabile, anche dai suoi, di tutto il male che questo governo sta facendo all’Italia e agli italiani. (…) Per quanto ci riguarda siamo pronti a votare anche domani mattina. Con un buon risultato di Forza Italia, il centro-destra unito tornerà al governo. Cambieremo l’Europa e l’Italia sarà più forte”.