Torna in Abruzzo la foto di famiglia del centrodestra: Matteo Salvini, al fianco di Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Ma lo 'stop' del segretario leghista ingiallisce subito l'immagine. "La partita dell'Abruzzo è molto concreta, è molto identitaria, non è traslabile in altre realtà", gela il 'capitano' a chi gli chiede di replicare gli appelli ripetuti degli ex alleati affinché il centrodestra torni a essere coalizione a livello nazionale. Anzi, il ministro dell'Interno dichiara che non ha alcuna intenzione di stracciare il patto di governo coi 5 stelle e afferma che intende stare al Viminale, "per cinque anni".
Nessun "patto dell'arrosticino"
Respinti come voci di Cassandre, gli auspici di Berlusconi e Meloni. "A livello locale saremo alleati. A livello nazionale, la mia parola vale più di 1000 sondaggi. Mi possono dire che la Lega è il primo partito. Potrei fare domani il presidente del Consiglio, ma intendo fare quello dell'Interno per 5 anni", insiste il 'capitano' leghista, che rifiuta ogni ipotesi di "patto dell'arrosticino" suggerita dai cronisti nelle domande.
A Pescara per sostenere la corsa del senatore di Fratelli d'Italia, Marco Marsilio, alle regionali di domenica, prima di Salvini, Meloni aveva professato il suo credo nel centrodestra e lanciato un fendente al governo M5s-Lega. "Io spero che gli abruzzesi vogliano un governo coeso, frutto di un patto con i cittadini, e non di un contratto tra i partiti", aveva detto, con riferimento indiretto al contratto che lega i due partiti della maggioranza di governo. "Spero sia di un buon auspicio anche per la nazione, augurandomi che ci sia un nuovo governo che condivida i valori fondamentali".
Salvini da solo? Per il Cav è un "suicidio politico"
Netto anche il Cavaliere, che in un'intervista al Corriere aveva respinto come "suicidio politico" l'ipotesi che la Lega potesse correre 'da sola' in caso di elezioni politiche anticipate. In conferenza stampa a Pescara, a chi gli chiede delle possibilità del centrodestra di tornare alleanza a livello nazionale, Berlusconi risponde: "Ha sbagliato a indirizzare la domanda a me, lo deve chiedere al ministro degli Interni". "Il centrodestra è il depositario di tutti i valori della nostra civiltà dei valori occidentali, della libertà, della democrazia, della solidarietà, della cristianità. Il centrodestra è stato il recente futuro, il presente e sono sicuro che sarà anche il futuro dell'Italia, dell'Ue, dell'Occidente", aggiunge poi.
Il resto della conferenza stampa - presenti anche Vittorio Sgarbi e Gaetano Quagliariello - è tutto focalizzato sull'Abruzzo (a parte qualche battuta di Salvini su Sanremo e una stoccata alla Francia). Salvini fa sapere che nella campagna per le regionali abruzzesi ci ha "messo l'anima" tanto da aver perso "due chili" in campagna elettorale. Ma non c'è problema, tornerà in questa terra meravigliosa e recupererà "a forza di arrosticini".
E i social di Salvini 'bucano' la conferenza stampa
Lega, FI e FdI ritrovano un fronte comune contro il Pd. "Si rassegnino i compagni del Partito Democratico che si sono dimenticati dell'Abruzzo e che si vergognano anche del loro simbolo, visto che lo hanno nascosto. Sono contento che qui ci sia il futuro governatore Marco Marsilio, che manterrà uno per uno gli impegni presi", attacca Salvini. In Abruzzo, gli fa eco Meloni, "ci abbiamo messo la faccia e la mettiamo anche oggi. Ho letto l'ennesimo comunicato del candidato della sinistra che si lamenta della nostra presenza sul territorio, non capisco quale sia il problema, le campagne elettorali le abbiamo sempre fatte così. Legnini può tranquillamente far venire Renzi, Boschi e Martina e anche loro saranno sicuramente accolti da grande entusiasmo sul territorio".
La conferenza stampa è stata trasmessa dai profili social di Berlusconi e del candidato di FdI. Ma completamente 'bucata' dai social di Salvini: nessuna diretta, neanche una foto, mentre tutti gli altri appuntamenti della lunga giornata elettorale in Abruzzo sono stati documentati ampiamente, come avviene sempre da molti mesi ormai. Un segnale netto agli ex alleati, che li fa apparire sempre più ex.