Alla vigilia della chiusura della campagna elettorale tutti giocano le ultime carte per tirare la volata ai propri schieramenti: il centrodestra si presenta unito, per la prima volta durante tutta la competizione elettorale, e in coro i quattro leader garantiscono che non ci saranno "inciuci" dopo il voto, nemmeno nel caso in cui la coalizione non dovesse ottenere la maggioranza per governare.
Non mancano le 'punzecchiature', soprattutto tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini: il leader di Forza Italia mette al primo posto dei provvedimenti da varare subito le agevolazioni fiscali per i giovani e il segretario della Lega lo corregge: al primo posto c'è l'abolizione della legge Fornero. Poi, quando Salvini parla della legittima difesa, Berlusconi lo interrompe più volte per raccontare aneddoti e barzellette sullo stesso tema.
Ma per il resto, la 'photo opportunity' dei quattro leader, Berlusconi, Salvini, Giorgia Meloni e Raffaele Fitto, ottiene il risultato sperato: il centrodestra è unito ed è l'unico, come va ripetendo il Cavaliere da giorni, a poter ambire a governare. "Il vertice del centrodestra è andato benissimo", esulta l'ex premier. Oggi "era finalmente necessario che potessimo fare una photo opportunity insieme, abbiamo con molta semplicità spiegato il nostro programma, ciascuno ha spiegato la parte di programma che a lui stava più a cuore, credo con soddisfazione da parte di tutti, anche dei nostri sostenitori che finalmente ci hanno visto insieme", ha aggiunto Berlusconi.
Il vero messaggio politico, però, che il centrodestra unito vuole inviare, è che non ci saranno scherzi dopo il voto: "Il mio impegno è quello di non aprirci ad un governo con la sinistra", anche se non ci sarà una vittoria del centrodestra perché "abbiamo preso un impegno con gli elettori", scandisce Berlusconi. "Tutti noi, più volte e pubblicamente, abbiamo preso l'assoluto impegno di non aprirsi a coalizioni con altri partiti, con inciuci, anche se non prendessimo abbastanza voti per governare", ha detto il Cavaliere, "su questo non c'è alcun dubbio".
La squadra di governo di Luigi Di Maio
Luigi Di Maio, nel penultimo giorno di campagna elettorale, gioca la carta della futura squadra di governo e presenta - in un evento a Roma dove dal palco spariscono i simboli del Movimento - i suoi ministri, mettendoli però 'a disposizione' di tutto il Paese, "perché non sono miei ma una eccellenza e risorsa", spiega il candidato premier pentastellato. E nonostante le nuove polemiche che coinvolgono alcuni dei candidati ministri, Di Maio guarda avanti e afferma: "Noi non distribuiamo poltrone. Qualcuno ci ha deriso per questa scelta di presentare prima del voto la squadra di governo ma rideremo noi lunedì quando avremo il 40% e porteremo questa squadra al governo".
Renzi: "Ce la giochiamo per essere il primo partito"
Per Matteo Renzi, però, il risultato non è ancora scontato. Il leader dem vede l'obiettivo della vittoria a portata di mano: "Ce la giochiamo sul filo dei voti per essere il primo partito", afferma il segretario, convinto che "il Pd ha tutte le condizioni per essere il primo partito e il primo gruppo.
Quanto ai 5 stelle, "per governare devono avere la maggioranza e per avere la maggioranza devono fare l'accordo con la Lega". Ma il centrosinistra, torna a ribadire Renzi, si terrà lontano da governi di larghe intese con gli "estremisti": "abbiamo sempre detto che non avremmo fatto un governo con gli estremisti. Il problema è degli altri, della spericolata alleanza tra Berlusconi e Salvini".
Se, invece, "il presidente della Repubblica darà l'incarico a un esponente del Pd, questo avrà il mio totale sostegno", garantisce infine il segretario. Il presidente del partito, Matteo Orfini, disegna un possibile scenario futuro: "Noi speriamo di arrivare a guidare il nuovo governo e quindi avere a palazzo Chigi un esponente del Partito democratico, che per me è il segretario del nostro partito. Se non vinceremo le elezioni andremmo all'opposizione". Governo del presidente? "C'è già un governo in carica che può continuare a lavorare per una nuova legge elettorale". Infine, il leader di Leu, Pietro Grasso mette chiaro: "Noi siamo la sinistra e non faremo mai nulla con la destra".