Ha sempre detto che scioglierà la riserva quando alle elezioni comunali mancherà un anno, quindi la prossima primavera, ma il sindaco di Milano Giuseppe Sala si è per la prima volta sbilanciato un po' più del solito: "Credo che il ricandidarmi a Milano possa essere un'ipotesi molto solida", ha detto al teatro Franco Parenti dove ha partecipato al Festival Linkiesta e ha citato anche "l'amico Michael Bloomberg" che fa ha annunciato la candidatura alle primarie dei democratici per le presidenziali dell'anno prossimo. Anche da sindaco, è la teoria di Sala, si può avere un ruolo importante, come dimostra la parabola dell'ex Sindaco di New York.
L'ipotesi di assumere un ruolo più "nazionale" è stata liquidata con una frase eloquente: "Uno non può immaginarsi leader se ha una piattaforma di idee diverse e un gruppo in grado di lavorare con lui per pensare di fare questo salto. Il potere per il potere a me non interessa. Non vado a buttarmi in una realtà in cui so di non poter dare".
In vista di una ricandidatura per Palazzo Marino, Sala ha aggiunto di volere "vicino a me persone nuove e giovani con una visione che si affianchino a persone esperte: non lo rendo esplicito ma ci sto lavorando per capire se ci sono giovani milanesi in grado".
Sala ha rivendicato la possibilità, da Milano, di "trovare formule per cui intorno a me, attraverso un'associazione politica o qualche altra forma di aggregazione, riesco a cercare idee per portare forza nuova e linfa alla politica. Questo lo farò comunque".
In ogni caso, anche da sindaco di Milano, Sala sta "intensificando i rapporti politici a livello italiano e internazionale", ma sono alla ricerca di una pluralità. Non è detto che sia io il leader ma voglio essere parte di un sistema diverso" ha concluso.
Lo storytelling milanese va modificato. Dobbiamo focalizzarci ancora di più sull'eliminazione delle disuguaglianze sociali. La tecnologia e la socialità devono andare di pari passo e la prima può dare un grandissimo apporto.#HSIF2019 pic.twitter.com/Pdli5hbh5y
— Beppe Sala (@BeppeSala) November 7, 2019
Il sindaco ha subito incassato l'endorsement dell'ex premier Matteo Renzi, presente allo stesso Festival: "Io non sono uno che fa squadra? Dico a Beppe, mandandogli un abbraccio: 'quando c'era da passare per fare goal all'Expo te l'ho passato, alle amministrative del 2016 te l'ho passato, e anche per le Olimpiadi, anche se avevo un ruolo minore, te l'ho passato. In questo momento in campo sto dietro - ha spiegato continuando a usare la metafora calcistica - Il compito di uno che sta dietro e' di costruire, ma quello di chi sta davanti e' di buttare la palla dentro non di discutere quello che si fa in centrocampo. Siccome le amministrative del 2021 sono il gol da fare, noi continueremo a dargli i palloni".
Poco distante, alla Fiera di Rho, anche il leader della Lega Matteo Salvini ha prontamente reagito alle parole del sindaco: "Proporremo un'alternativa ancor più valida", smentendo comunque di essere lui stesso un possibile candidato per la corsa a Palazzo Marino: "No, io sono testardo e voglio finire i lavori che ho cominciato e quindi appena questo governo cadrà e non penso che manchi tanto, ci proporremo agli italiani per tornare a governare questo Paese".
Ma non è mancata una conclusione polemica, in riferimento all'auspicio di Sala su un'influenza positiva di Liliana Segre su Salvini: "Si preoccupi di alcune periferie di Milano fuori controllo e della qualità della vita in città - ha replicato il leader della Lega - Lui fa il sindaco e lo paghiamo per fare il sindaco".