Dice di non provare alcun imbarazzo a stare con i grillini al governo, “perché sono fermamente convinta che non avevamo alternativa rispetto alla scelta messa in campo da Salvini di andare al voto per avere una maggioranza tale da portare questo Paese fuori dall’Europa e dall’euro”. E se ci sono difficoltà programmatiche con i pentastellati “dobbiamo portarle a sintesi, questa è la fatica del governo”.
Per Teresa Bellanova, neoministro per le Politiche agricole, intervistata dal Corriere della Sera in edicola, la vera emergenza italiana “non si chiama immigrazione ma lavoro”. E per risolvere questo nodo, dice, “non intendo indietreggiare di un millimetro sull’applicazione della legge sul caporalato. Che è repressione ma anche prevenzione”. Da domattina sarà il suo obiettivo e intende coordinarsi con la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, con la quale sarà aperto un tavolo di coordinamento.
Perché, aggiunge, “bisogna consentir e alle aziende che lavorano nella legalità di andare su una piattaforma per trovare i lavoratori. Se non lo fai il caporale diventa l’ unico mezzo. Se non dai linee di trasporto che consentano alla gente di andare nei campi tu non ti liberi del caporale. Il caporalato è mafia e criminalità organizzata”.
Dal lavoro al ministero al partito. Al quotidiano di via Solferino che le chiede, essendo lei molto vicina a Matteo Renzi, qualora ci fosse una scissione nel Pd se seguirà o meno l’ex segretario, Bellanova risponde che si tratta di un tema “non all’ordine del giorno” anche perché “Renzi è quello che più ha lavorato perché questo Paese non cadesse in una pratica antidemocratica quindi oggi parliamo di questo”. Semmai quando ci saranno fatti nuovi “ne parleremo e io ancora una volta dirò con molta chiarezza da che parte sto”, non esita a dire la neoministra.
Sulle recenti polemiche che l’hanno investita per il suo abbigliamento, dice semplicemente che “onestamente nomi lascio ferire e dico con altrettanta sincerità che chi ha avuto la mia vita non può permettersi di stare lì a fare la vittima. Però mi hanno un po’ irritata perché questo Paese dovrebbe discutere di altro. Anche perché se una si iscrive a Miss Italia – chiosa – si mette in mostra e sa che deve essere giudicata anche per come veste, io sono stata chiamata a fare il ministro dell’Agricoltura, perciò magari se mi valutano per quello che faccio lì siamo tutti più contenti”.
Infine una battuta sul suo predecessore, l’ex ministro Centinaio. Bellanova dice di averlo cercato per le consegne “una volta, due volte, tre volte. Non sono stata richiamata. Il ministro non ha voluto fare nessun passaggio di consegne”. E svela: “È accaduto anche per altri ministeri”.