Just Transition: le leve di Eni per un futuro sostenibile
AGI - Parlare di transizione giusta significa affrontare una delle sfide più complesse del nostro tempo, che va ben oltre la semplice adozione di nuove fonti energetiche. Significa ripensare il modello di sviluppo industriale in un'ottica che tenga insieme competitività, sicurezza, equità sociale e sostenibilità ambientale. Durante l'evento "Eni for a Just Transition" al Gazometro di Roma, il 17 settembre, l’azienda energetica italiana ha presentato il suo Report volontario di sostenibilità, giunto alla sua diciannovesima edizione, che illustra i risultati raggiunti nel 2024 e gli obiettivi per il futuro.
Il Report è stato presentato al pubblico con 4 panel tematici ricchi di ospiti dai quali è emersa con chiarezza la necessità di un approccio corale e pragmatico sul tema della sostenibilità e lontano da qualsiasi deriva ideologica. Una trasformazione che non lasci indietro nessuno richiede la combinazione sinergica di quattro pilastri interconnessi: una strategia di sostenibilità integrata nel business, un forte approccio all’innovazione (non solo tecnologica) e alle partnership, la valorizzazione delle competenze umane e un forte legame con il territorio.
"Oggi la transizione deve essere anche una grande opportunità di riconversione e di trasformazione del nostro tessuto industriale", ha introdotto Francesca Ciardiello, Responsabile Sostenibilità di Eni, dando sùbito la direzione verso l’obiettivo da raggiungere: “Serve soprattutto un nuovo modello di alleanze, di cooperazione tra le imprese, tra le istituzioni, con il mondo dell'università e della ricerca e con le comunità”.
Il messaggio che ha attraversato tutti gli interventi è quello della necessità di mettere in campo un intero ecosistema per affrontare a complessità della transizione. Lo ha affermato in chiusura di lavoro il Chief Transition & Financial Officer, COO e Direttore Generale di Eni, Francesco Gattei: "Da soli non andiamo da nessuna parte". Questa co-creazione di valore si declina a ogni livello: dalla regolamentazione scritta da pubblico ascoltando anche i privati per governare l'IA come auspicato dal Professor Oreste Pollicino dell'Università Bocconi di Milano, alla collaborazione tra aziende per creare una vera "economia circolare delle competenze" come spiegato da Andrea Belli di Acea con riferimento al lavoro fatto sul “job transition book” con Eni e le altre aziende che partecipano a ROAD (ROAD – Rome Advanced District”, il polo di ricerca tecnologica ubicato presso la stessa area del Gazometro). Si manifesta nella sinergia tra industria e università, definita dal Professor Roberto Zanino del Politecnico di Torino – coordinatore del programma Next-Gen Nuclear Power co-progettato con Eni - come un processo del "pensare insieme prima di fare insieme" e si concretizza nel rapporto con il territorio. In questo caso gli esempi arrivano da Ravenna e spaziano dal business to business come nel caso di Rosetti Marino, società cresciuta con Eni nel mondo e oggi anche nei nuovi business “green”, alle partnership con realtà come l'associazione Linea Rosa – centro anti-violenza – una partnership non "calata dall'alto, ma veramente di stretta collaborazione", come sottolineato dalla presidente Alessandra Bagnara
La sostenibilità richiede un nuovo modello industriale
Il primo passo per una transizione efficace è superare l'idea che la sostenibilità sia un vincolo, per vederla invece come una leva strategica. Questo richiede un cambio di paradigma: abbandonare la logica del solo profitto per gli azionisti per abbracciare un modello che crea valore per l'intera società. Come ha evidenziato Giuseppe Ricci, Chief Operating Officer Industrial Transformation di Eni, la ricetta si basa su tre elementi: la consapevolezza di dover cambiare, il coraggio di investire e la capacità di coniugare le tre dimensioni della sostenibilità: ambientale, economica e sociale. Non si tratta di "dismettere" e di interrompere le attività industriali in nome della sostenibilità, ma di "trasformare la produzione per renderla davvero sostenibile e inserita nel suo contesto". "Riuscire a trovare l'ottimo tra le tre dimensioni ambientale, economico e sociale: da questo può dipendere il successo della trasformazione", specifica Ricci. A livello Paese si tratta di passare dalla misurazione del solo PIL a quella del benessere collettivo, come ha sottolineato Sandro Trento, Professore ordinario di Economia e gestione delle imprese e Direttore School of Innovation dell’Università di Trento, basando le decisioni su metriche chiare e un approccio pragmatico che garantisca la competitività industriale. "La transizione non è giusta se qualcuno resta indietro. Quindi è giusta se nessuno resta indietro", sottolinea Angela Cipollone, Responsabile Valutazione di Sostenibilità e Impatto ex ante di Cassa Depositi e Prestiti, che ha portato la testimonianza di come di come Cassa Depositi e Prestiti abbia integrato le metriche di sostenibilità nelle valutazioni degli investimenti.
Tecnologia abilitante: sicurezza e innovazione
La tecnologia è il motore che rende possibile la trasformazione. L'Intelligenza Artificiale e la digitalizzazione non sono fini a se stesse, ma strumenti per abilitare la decarbonizzazione e, soprattutto, per mettere al centro la sicurezza delle persone. L'obiettivo, come spiegato da Chiara Cerruti, Responsabile Safety, Industrial Hygiene e HSE Emergency di Eni, è passare da un approccio reattivo a uno predittivo, utilizzando gli algoritmi per "riconoscere e intervenire sulle anomalie o le situazioni di pericolo prima che gli eventi incidentali possano accadere". Questo salto dall'automazione all'autonomia, però, richiede una controparte politica di governo attenta. Come ha evidenziato Oreste Pollicino, Professore ordinario di Diritto costituzionale e Regolazione dell’Intelligenza Artificiale dell'Università Bocconi, è necessario evitare "l’intervento troppo generico del legislatore" e promuovere una co-regolamentazione pubblico-privata che garantisca norme efficaci e tecnicamente applicabili, mantenendo sempre l'essere umano al centro del processo decisionale. Perché "è fondamentale ricordarsi che il principale elemento chiave del fattore di successo è la centralità delle persone", dice Alessandra Fidanzi Responsabile Data, AI & Agile Experience Center of Excellence di Eni.
Il fattore umano: competenze per il futuro
Nessuna trasformazione tecnologica può avere successo senza un'evoluzione delle competenze. Come ha spiegato Luca De Santis, Responsabile Risorse Umane e Organizzazione di Eni, "il motore di un'azienda è fatto dalle persone". Per questo è cruciale una "people strategy". La sfida, ha evidenziato la ricercatrice del Politecnico di Milano – vincitrice dell’Eni Award 2024 - Elvira Spatolisano, "non può essere affrontata con degli schemi vecchi" e richiede un mix di tre livelli di abilità: tecnico-scientifiche (le materie Stem), trasversali (come il pensiero critico e la creatività) e relazionali. La collaborazione tra industria e mondo accademico diventa quindi fondamentale per formare le nuove professionalità necessarie, come dimostra la partnership tra Eni e il Politecnico di Torino per il master sul nucleare di nuova generazione. L'obiettivo è creare un ecosistema dove la conoscenza circola, generando un valore condiviso come ricorda Roberto Zanino, Professore ordinario di Ingegneria dei reattori nucleari a fusione presso il Dipartimento Energia del Politecnico di Torino. E Luca De Santis, torna a mettere al centro le collaborazioni e le persone: "Se non si lavora con il mondo accademico, il problema del reperimento, il problema di avere le persone giuste al momento giusto può essere addirittura ancora più acuito".
Dal globale al territorio: Ravenna come laboratorio di trasformazione
La vera cartina di tornasole di una strategia è la sua applicazione concreta. Un panel dell’evento romano è stato dedicato alla presenza di Eni nell’area di Ravenna, città che fin dai primi insediamenti industriali per l’estrazione del metano nel Mare Adriatico è un laboratorio di buone pratiche. In questo senso, come ha illustrato Francesca Zarri, Responsabile Italia della Direzione Upstream di Eni, "il territorio diventa laboratorio della trasformazione". L'esempio del capoluogo romagnolo è emblematico: un sito industriale storico che oggi si sta trasformando in una piattaforma di partenza per il futuro, ospitando uno dei più importanti progetti di Carbon Capture and Storage (CCS) d'Europa. Questa evoluzione è possibile solo grazie a un'alleanza solida con tutti gli attori locali. Dalle aziende della filiera, come Rosetti Marino, che grazie a questa simbiosi sono cresciute fino a competere a livello globale, alle associazioni no-profit come Linea Rosa, con cui si costruiscono progetti "attorno ai bisogni" reali della comunità, dimostrando che la sostenibilità sociale è un pilastro imprescindibile. Esempi concreti sono i centri anti-violenza per le donne a Ravenna, Cervia e Russi.
Architettare il cambiamento: una visione pragmatica
In conclusione, l'evento ha delineato una visione chiara: la transizione giusta non è una somma di singole azioni, ma il risultato di un'organizzazione complessa. Come ha sottolineato il Direttore Generale di Eni, Francesco Gattei, è necessario un "approccio pragmatico, industriale" per risolvere il trilemma tra sicurezza energetica, costi sostenibili e tutela dell'ambiente. "Non sono tre elementi separati. Se noi spingiamo solo sulla sostenibilità ambientale, rischiamo di perdere di vista la sostenibilità dei costi, la competitività e quindi anche l'occupazione", ha concluso Gattei. Il ruolo di una grande azienda energetica diventa quindi quello di un regista che armonizza strategia, tecnologia, persone e territorio, guidando un cambiamento che è, prima di tutto, un'opportunità di riconversione e di sviluppo.
"Il ruolo di Eni non è solo quello di guidare, ma è soprattutto di gestire tutti questi elementi e di farlo attraverso la cooperazione. Il territorio è l'execution ground di tutto questo. È lì che si mettono a terra le strategie, è lì che si portano le tecnologie, è lì che si creano i nuovi lavori", ha concluso Francesca Ciardiello, Responsabile Sostenibilità di Eni.
Per approfondire l'approccio e i progetti di Eni, è possibile scaricare il report completo "Eni for: a just transition 2024"