HPC6: come funziona il supercomputer di Eni per la transizione energetica
AGI - Il termine supercomputer fu coniato nel 1964 per definire le prestazioni di CrayCDC 6600 che era il computer più veloce sulla Terra: poteva eseguire tre milioni di operazioni al secondo (Flops). Ai tempi non esisteva un termine per denominare una tale potenza di calcolo, la fantasia ha pescato il nome nell’immaginario dei supereroi dei fumetti. Quindi “super” definiva un prodotto di qualità superlativa, superiore a qualsiasi altro modello con funzioni simili. Nei decenni l’innovazione ha sviluppato modelli di calcolo computazione sempre più performanti e veloci. Quindi oggi, quando parliamo di supercomputer, a che cosa ci riferiamo?
Ne parliamo con Alfonso Amendola, Head of Advanced Mòdelling and Simulation di Eni, ospite di questa puntata dei podcast di Agi, in collaborazione con Eni, che ci introduce le particolarità del supercomputer HPC6 e di come viene utilizzato dall’azienda italiana dell’energia.
Il supercomputer di Eni: HPC6
Eni ha acceso a fine 2024 il suo nuovo supercomputer HPC6, il più potente a livello mondiale per uso industriale, l’ultima evoluzione dei modelli già in uso presso i data center dell’azienda. Questa evoluzione segna un passo decisivo per l’azienda nel suo percorso verso la transizione energetica e la decarbonizzazione, un obiettivo strategico che mira a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. La storia del supercalcolo in Eni parte da circa 50 anni fa, ma ha avuto una forte accelerazione nell’ultimo decennio, quando l’azienda si è dotata di sistemi ibridi (CPU e GPU) per massimizzare prestazioni ed efficienza energetica.
Perché un gigante dell’energia ha bisogno di una potenza di calcolo così immensa? Per capire la portata di HPC6 è utile osservare la sua architettura. Non si tratta di un singolo dispositivo ultraveloce, ma di una struttura complessa simile a un hangar digitale, dove migliaia di processori lavorano in perfetto coordinamento. Nello specifico, HPC6 è composto da oltre 3.400 “nodi di calcolo”, ognuno dei quali è un potente computer a sé, che insieme contengono quasi 14.000 processori grafici (GPU).
Le GPU, componenti nate per il mondo dei videogiochi, si sono rivelate perfette per eseguire simultaneamente un numero enorme di operazioni, diventando il motore del calcolo ad alte prestazioni. La potenza di HPC6 è di 606 PFlops di picco. Per semplificare questo numero, “PFlops” significa “petaflop al secondo” e un petaflop equivale a un milione di miliardi di operazioni. HPC6 può quindi eseguire oltre 600 milioni di miliardi di calcoli complessi ogni secondo: una velocità che permette di completare in pochi giorni simulazioni che in passato avrebbero richiesto anni.
Sostenibilità ambientale al centro del progetto
Questa immensa potenza di calcolo è la chiave per affrontare le sfide della transizione energetica. Il percorso verso un’energia a zero emissioni non si basa su un’unica soluzione, ma su un mix di tecnologie avanzate da sviluppare, testare e perfezionare. HPC6 funziona come un acceleratore di innovazione in diversi settori cruciali. Sarà impiegato per migliorare l’efficienza delle energie rinnovabili, attraverso simulazioni atmosferiche avanzatissime che permetteranno di ottimizzare la produzione di energia da sole e vento.
Un altro campo di applicazione fondamentale è lo studio di nuovi materiali: materiali per catturare l’anidride carbonica in modo più efficace, per costruire batterie di nuova generazione o per rendere le celle solari ancora più performanti. Inoltre, HPC6 giocherà un ruolo cruciale nella ricerca sulla fusione a confinamento magnetico, la tecnologia che punta a replicare sulla Terra l’energia delle stelle per produrre energia pulita, sicura e virtualmente illimitata.
HPC6 è ospitato nel Green Data Center di Eni a Ferrera Erbognone (Pavia), un polo progettato fin dall’inizio con la massima attenzione alla sostenibilità ambientale. HPC6 al massimo regime di funzionamento arriva a consumare fino a 10 MW, forniti dalla vicina centrale di EniPower. La sua realizzazione ha richiesto competenze interne di altissimo livello e un approccio “fast track”, che ha permesso di rendere operativa l’infrastruttura in sole 4 settimane.
Uno strumento strategico per sfide complesse
Avere a disposizione una risorsa di calcolo proprietaria è una scelta strategica per Eni. In un’era in cui molte aziende si affidano al cloud di terze parti, possedere un supercomputer di questa portata garantisce massima sicurezza e flessibilità per lavorare in modo competitivo nella ricerca e sostenendo così l’intero processo di innovazione dell’azienda. Questa risorsa rafforza inoltre il legame con il mondo accademico e i centri di ricerca, creando un ecosistema di collaborazione fondamentale per accelerare lo sviluppo tecnologico.
HPC6 non è quindi solo una potenza di calcolo da record, ma uno strumento strategico per la trasformazione digitale dell’azienda e per il raggiungimento di un futuro energetico più sostenibile per tutti. Dimostrando come l’innovazione digitale sia ormai una leva imprescindibile per vincere le sfide del nostro tempo.
Per saperne di più sulla strategia di Eni e sulle sue tecnologie per la transizione energetica, visita il sito eni.com.
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