Sostenibilità, si fa innovazione all’ombra del Gazometro
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Sostenibilità, si fa innovazione all’ombra del Gazometro

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L’innovazione ha bisogno di spazi che possano catalizzarla e trasformarla in concrete iniziative imprenditoriali. Uno di questi luoghi è il Gazometro Ostiense, a Roma. Nato per volontà del sindaco Ernesto Nathan, il “colosso di ferro” è stato costruito tra il 1935 e il 1937 e, a quei tempi, era il più grande d’Europa. La sua missione: innovare nel campo dell’energia per dare forza alla trasformazione industriale della Capitale. Una volta dismesso, il gasometro vero e proprio è stato rimosso e oggi possiamo ammirare la struttura metallica che lo circondava. Con il passare degli anni è diventato un simbolo indiscusso del X quartiere romano come esempio di archeologia industriale, entrando di diritto nei giri turistici di questo quadrante della città. E i più attenti – soprattutto amanti del cinema – lo ricordano come sfondo alle scene del film “Le fate ignoranti” del 2001 del regista turco, ma romano di adozione, Ferzan Özpetek.

Eni da qualche tempo ha iniziato un percorso di recupero e valorizzazione dell’area dell’ex Gazometro con un obiettivo preciso e concreto: trasformare questo spazio in un grande distretto italiano dell’innovazione. Proprio qui hanno sede Joule, la Scuola di Eni per l'Impresa per la formazione di imprese vocate alla sostenibilità, e ZERO, l’acceleratore clean-tech della rete nazionale di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) con lo scopo di promuovere iniziative di business riguardanti la transizione energetica, la decarbonizzazione e l’economia circolare.

Come possono innovatori, startupper, maker, imprenditori e liberi professionisti plasmare il futuro? Questa è la domanda che guida il mondo dell’impresa, che ci traghetta oltre i tempi della pandemia. Per manager e imprenditori questo è il momento giusto per iniziare nuovi percorsi anche nell’ambito della formazione. Ce ne parla Antonio Maglio, Responsabile Human Knowledge di Joule – La Scuola di Eni per l’Impresa.

Ci sono luoghi diventati “icone” nello skyline urbano reinventandosi, per continuare a rispettare la loro missione: essere al servizio della comunità grazie all’innovazione. Come l’area dell’ex Gazometro a Roma, dove Eni ha recuperato la tradizionale vocazione industriale della zona, non snaturandola, ma rendendola attuale e utile. Ce ne parla Mattia Voltaggio, Responsabile Accelerazione Startup di Eni Joule.

All’ombra del Gazometro Ostiense, a Roma, è nato un “perimetro dell’innovazione” che ha l’ambizione di diventare un punto di eccellenza per chi vuole sviluppare e sperimentare nuove soluzioni insieme ad altre imprese, start up, università e centri di ricerca. La vocazione industriale di quest’area, che l’aveva già resa motore di una nuova modernità, è diventata un punto di riferimento per le nuove competenze e un punto di incontro per le energie del futuro.

Scopri qui Joule, la scuola di Eni per l’impresa