“Sono fiero di aver influenzato questa generazione di atleti”: con queste parole Shaun Roger White, nato il 3 settembre 1986 a San Diego, California, commentò il quarto posto ai Giochi invernali di Pechino 2022. La sua ultima gara, lo showdown per chiudere la carriera e mettere tutte le carte sul tavolo. A 36 anni, un atleta così vincente capisce quando è arrivato il momento di fermarsi.
“Penso che se fossi arrivato terzo, sarei voluto arrivare secondo, e se fossi arrivato secondo, sarei voluto arrivare ancora più in alto. È andata come è andata ed è stato magnifico”. Questo il passo di addio alle competizioni di una delle figure più iconiche nel mondo degli sport invernali.
Quando parliamo dello snowboard di Shaun White, siamo nelle discipline acrobatiche dei salti e delle evoluzioni. Non in quella tradizionale con gli slalom, ma nell'halfpipe, una delle più spettacolari: i concorrenti eseguono una serie di evoluzioni mentre scendono lungo un pendio a forma di semi-cilindro e vengono valutati per l'ampiezza e la difficoltà dei salti. Ogni atterraggio conduce direttamente al salto successivo, lasciando poco spazio all'errore, con pareti molto ripide, tra i 16 e i 18 gradi di pendenza. Shaun è conosciuto anche come “The Flying Tomato” - il pomodoro volante - per la sua caratteristica chioma rossa e fluente e per l'ampiezza delle sue evoluzioni.
Dallo skateboard allo snowboard
La paura non fa parte del DNA di questo californiano, che fin da piccolo ha dovuto affrontare grandi sfide: è nato con una malformazione cardiaca chiamata tetralogia di Fallot e ha subito due interventi a cuore aperto nel suo primo anno di vita. Nonostante queste difficoltà, che avrebbero scoraggiato qualsiasi genitore dal consentire sport estremi, Shaun ha dimostrato fin da giovane una grande passione per il calcio, lo skateboard, il surf e lo sci.
Sugli sci era un bambino spericolato e così sua madre decise di metterlo su una tavola per rallentarlo, ma il risultato fu l'opposto: Shaun si innamorò di questo sport e iniziò a gareggiare. A 7 anni partecipò alla sua prima competizione amatoriale di snowboard, vincendola e ottenendo un invito ai campionati nazionali. La sua carriera decollò rapidamente e già a 13 anni era sponsorizzato da una nota azienda produttrice di tavole. Nel 2001, a soli 15 anni, vinse la sua prima competizione professionistica all'Arctic Challenge.
Parallelamente alla sua carriera nello snowboard, Shaun ha coltivato anche la passione per lo skateboard, disciplina che poteva affinare anche in estate, lontano dalla neve. Grazie all'incontro con il leggendario Tony Hawk, che divenne il suo mentore, Shaun è diventato anche uno skater professionista a 17 anni, vincendo numerosi titoli, tra cui 18 medaglie, di cui 13 d'oro, agli X Games, sia nello snowboard che nello skateboard.
Qui apriamo una parentesi per parlare degli X Games, un evento di sport “estremi” pensato per la televisione e organizzato dall'emittente ESPN. Nati a metà degli anni '90, erano la risposta alle Olimpiadi, che snobbavano discipline emergenti e amate dai giovani, come lo skateboard e lo snowboard.
Ma visto il crescente successo degli X Games e dei campioni come Shaun White, che emergevano da questi eventi "non convenzionali", anche il CIO cambiò idea, inserendo lo snowboard nel programma di Nagano 1998 e poi ampliando il numero di discipline e specialità, dallo snowboard al freestyle.
Così Shaun ha avuto la possibilità di partecipare a cinque edizioni dei Giochi olimpici invernali, vincendo tre medaglie d'oro nella specialità halfpipe: a Torino 2006 e Vancouver 2010. Dopo aver fallito la medaglia a Sochi 2014, decise di non arrendersi al tempo e di rivedere il suo regime di allenamento: snowboard in inverno, pattinaggio e surf in estate, per aumentare le possibilità di vincere una medaglia a PyeongChang 2018, dove conquistò un altro oro. Inoltre, ha collezionato un impressionante numero di medaglie agli X Games, con un totale di 18 medaglie, di cui 13 d'oro.
La sua popolarità andò oltre lo snowboard, abbracciando la cultura popolare più generalista. Per esempio, nei videogiochi: “Shaun White Snowboarding: Road Trip” del 2008 ottenne un inaspettato successo con più di 3 milioni di copie vendute.
L'eredità sportiva di White
Shaun ha annunciato il suo ritiro dalle gare nel 2022, lasciando un'eredità che pochi possono eguagliare. Con il suo carisma, la sua determinazione e il suo talento, ha ispirato generazioni di giovani atleti e ha portato lo snowboard e lo skateboard a nuovi livelli di popolarità.
Il picco della sua celebrità arrivò a Vancouver, ai Giochi 2010, dove in gara non ebbe rivali: alla sua prima run in finale ottenne un punteggio di 46,8 e nella seconda, con il titolo già assicurato, mostrò le sue evoluzioni - tra cui il Double McTwist 1260 - e ottenne il punteggio record di 48,4 su un massimo di 50.
Mai visto nulla di simile nell'halfpipe, ma la vasta eco mediatica gli costò anche parecchie critiche. Si era allenato su un "tubo" di neve (l'halfpipe) a suo uso esclusivo, preparato da uno dei suoi sponsor, che utilizzò queste sessioni per fini commerciali e per un docufilm.
Il consenso generale tra gli appassionati era che il suo atteggiamento fosse puramente agonistico e non in linea con lo stile di vita da condividere con la comunità di altri sportivi. Essere così talentuoso e competitivo lo ha isolato dai suoi coetanei, irritati dal fatto che non volesse condividere gli allenamenti e le strutture, come era considerato normale fino ad allora.
Ma nonostante questi screzi nella comunità dello snowboard acrobatico, Shaun White rimane una leggenda vivente e un esempio di come la passione e la perseveranza possano superare qualsiasi ostacolo, trasformando un bambino con problemi cardiaci in uno dei più grandi atleti della storia.