AGI - Il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni parteciperà al 46° Vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG) a Manama il 3 dicembre, su invito del Re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa. La missione – confermata dall'ordine del giorno di Palazzo Chigi – è di particolare importanza, secondo fonti italiane, in quanto la presenza di un leader esterno all'organizzazione è rara e riflette la crescente influenza politica dell'Italia nella regione. Il CCG comprende Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar. È il principale forum per il coordinamento politico, economico e di sicurezza nel Golfo. Il vertice annuale rappresenta il massimo livello di consultazione tra i sei Stati membri ed è tradizionalmente chiuso ad attori esterni.
Negli ultimi vent'anni, solo una manciata di personalità internazionali sono state invitate: il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (2023), il presidente cinese Xi Jinping (2022), l'ex primo ministro britannico Theresa May (2016), il presidente francese François Hollande (2015) e l'ex presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad (2007). La presenza del primo ministro italiano, sottolineano le fonti, "è quindi eccezionale, a testimonianza del dialogo strategico in corso con la regione e del crescente ruolo dell'Italia nelle questioni di sicurezza ed energia del Mediterraneo".
L'invito giunge in un momento delicato per la regione. A metà settembre, in una sessione straordinaria d'emergenza convocata a Doha, i leader del Consiglio di cooperazione del Golfo hanno condannato con fermezza l'attacco israeliano alla capitale del Qatar, descrivendolo come "una grave violazione della sovranità di uno Stato membro e una minaccia diretta alla sicurezza collettiva". In questa occasione, il Consiglio ha chiesto la convocazione urgente del Consiglio di Difesa Congiunto e dell'Alta Commissione Militare, ribadendo il principio secondo cui "la sicurezza del CCG è indivisibile" e che un attacco contro uno dei suoi membri deve essere considerato un attacco contro tutti. Questa dinamica conferma il ruolo del CCG come piattaforma di solidarietà strategica e dovrebbe costituire il contesto dei lavori del vertice di dicembre.
Oltre alle questioni di sicurezza, l'incontro di Manama dovrà affrontare le tensioni regionali e le conseguenze dell'escalation in Medio Oriente, tra cui la guerra "congelata" a Gaza, l'instabilità in Libano e l'aggravarsi delle vulnerabilità economiche globali. Negli ultimi mesi, il Consiglio di cooperazione del Golfo ha rafforzato la cooperazione con i partner europei e le istituzioni multilaterali. A novembre, il Bahrein ha ospitato la 19a riunione dei Presidenti dei Consigli legislativi del Golfo, incentrata sul rafforzamento dell'integrazione politica, sulla governance dell'intelligenza artificiale e sul dialogo con il Parlamento europeo, i Paesi latinoamericani e l'Unione interparlamentare. La scelta di Meloni come unico ospite esterno al vertice annuale – spiegano fonti italiane – "non è quindi un mero gesto politico, ma un segnale di crescente interesse per l'Italia come interlocutore stabile sui temi della sicurezza energetica, delle infrastrutture critiche, delle rotte marittime e della stabilità regionale".
La presenza della Presidente del Consiglio europeo è anche una prosecuzione del dialogo avviato nell'ottobre 2024 al vertice GCC-Unione Europea di Bruxelles, a cui Meloni ha partecipato per rivitalizzare il partenariato strategico con la regione. A Manama, potrà parlare direttamente con i capi di Stato e di governo del Golfo in un momento caratterizzato da forti pressioni sull'architettura di sicurezza regionale e dalla necessità di coordinare risposte congiunte alle crisi in Medio Oriente, ai corridoi energetici e alla sicurezza alimentare. Secondo fonti italiane, "l'invito rivolto a Meloni dimostra che l'Italia è vista come un attore affidabile, capace di dialogare con tutte le parti e di proporre soluzioni concrete". Il vertice del 3 dicembre, hanno aggiunto, offrirà l'opportunità di consolidare le relazioni bilaterali già avanzate, rafforzare il coordinamento in materia di sicurezza e migrazione e promuovere maggiori investimenti reciproci.
In una regione del Golfo segnata da tensioni e rapidi cambiamenti geopolitici, l'Italia si presenta come "un interlocutore pragmatico, capace di interagire con Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait, Oman e Bahrein allo stesso livello dei principali attori internazionali". Il ritorno del Consiglio di cooperazione del Golfo a un ruolo di coordinamento centrale, come dimostrato dai recenti vertici straordinari e dall'attivazione di meccanismi di difesa comuni, conferisce ulteriore importanza alla missione del Primo Ministro, che si sta configurando come una delle tappe più significative della diplomazia italiana nel Golfo degli ultimi anni.